giovedì 30 dicembre 2010

Buon Anno

Tanti auguri di Buon Anno a tutti i lettori di Tagliare Le Perdite

martedì 28 dicembre 2010

Trading. La dimensione dei profitti e delle perdite

Nella professione del trading è necessario avere buoni profitti dalle operazioni in guadagno, ma allo stesso tempo assicurarsi che le operazioni in perdita non generano perdite così pesanti da compromettere il rendimento globale dell’investimento. La realtà dice che, nel corso del tempo, si fanno i profitti su circa il 50% delle operazioni e si perde denaro per l 'altra metà. Quindi, se si vogliono realizzare risultati costanti nel tempo, la dimensione dei profitti delle operazioni in guadagno deve essere superiore alla dimensione delle perdite. Facile a dirsi ma molto difficile da realizzare nella realtà. Le perdite vanno tagliate. Sempre e comunque. Questa rimane la regola aurea su tutti i mercati.

venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natale

I migliori auguri di un Buon Natale a tutti i lettori di Tagliare Le Perdite

martedì 21 dicembre 2010

Trading. Le regole più importanti

D. Quali sono le due regole principali nel trading?
R. "La prima regola é quella di tagliare le perdite. La seconda é quella di non dimenticare mai la prima regola"

venerdì 17 dicembre 2010

Il trading per Jesse Livermore

"Il trading è il lavoro più affascinante del mondo. Ma non è un lavoro per gli stupidi, i mentalmente pigri, persone di inferiore equilibrio emotivo, avventurieri che pensano di diventare ricchi in poco tempo. Questi moriranno poveri".

Il brano é tratto da "Reminiscences of a Stock Operator", libro intervista di Edwin LeFèvre a Jesse Livermore. The Sun Dial Press, Inc. Garden City, New York, Copyright 1923 by George Doran Company.

giovedì 16 dicembre 2010

Trading. Differenze di approccio

Dalla email di un lettore:
Quale è secondo Voi la differenza tra un trader professionista ed un investitore dilettante?

Risposta
Il trader professionista, quello bravo, se acquista un titolo a 100,00, quando lo stesso scende e arriva a 95,00 vende e non se ne fa un problema. Chiude l’operazione con una perdita limitata e non ci pensa più.

Al contrario l’investitore dilettante, quando il titolo va a 95,00 è preoccupato ma comunque non vende. Quando l’azione raggiunge 90,00 è molto preoccupato ma ancora ottimista. A 80,00 dice: “Non ho venduto a 95 e non venderò certo adesso”. A 50,00, avendo perso la metà del capitale investito, dice: “Si va bene ma prima o poi questo titolo risalirà”. A 10,00 è disperato ma continua a dire: “Non vendo. Lascerò le azioni in eredità ai miei bambini”

Purtroppo sono storie vere e ne possiamo raccontare a centinaia