venerdì 27 febbraio 2009

La crisi dei tulipani nell’Olanda del XVII secolo

Il tulipano fu introdotto in Europa dagli olandesi alla metà del XVII secolo. Non era considerato solo un fiore ma per alcuni un oggetto di culto e possederlo divenne uno status symbol, un oggetto di desiderio. Per alcuni rappresentanti della media-alta borghesia una vera e propria mania. Vennero introdotte dalle Indie diverse specie di tulipani. Alcune, molto rare, divennero ricercatissime.

Gli importatori, ma soprattutto i commercianti fecero, specialmente all’inizio, affari d’oro e il tulipano iniziò a diventare oltre che un oggetto da collezione anche un bene di investimento che presentava basso rischio e alti profitti. I prezzi dei tulipani iniziarono a crescere ininterrottamente. Non si vendettero tulipani ma anche i bulbi. I mercanti più smaliziati crearono anche veri e propri contratti “futures” sui tulipani. Quello di una delle razze più rare raggiunse una cifra di oltre 1.000 fiorini, quando il salario medio nell'Olanda del XVII secolo era di circa 150 fiorini. Tutti cercarono le specie più rare per piantarle nel proprio giardino. Insomma si creò la classica “febbre”. Le persone comprarono i tulipani a qualsiasi prezzo perché la domanda aveva sempre un’offerta corrispondente. Sembrava un affare per tutti. Chi vendeva guadagnava, chi comprava rivendeva ad un prezzo più alto e guadagnava anche lui. Sembrava un’operazione sicura.

I prezzi però non salgono all’infinito ma secondo ben determinate tendenze e il mercato alla fine presentò il conto. Alla fine della tendenza al rialzo alcuni iniziarono a monetizzare il loro investimento e, quando non ci furono più compratori, si innestò la tendenza al ribasso. I prezzi iniziarono a calare, prima in maniera lieve, poi sempre più marcata. Poi alla paura subentrò il panico e la gente vendette a qualsiasi prezzo. I prezzi crollarono perché tutti volevano vendere ma soprattutto non volevano più a che fare con quei stramaledetti tulipani.

Durante la fase del “boom” gli olandesi, pensando di fare veri e propri affari, vendettero anche i propri immobili, alcuni chiesero prestiti alle banca per acquistare tulipani. La crisi finanziaria fu devastante e colpì la maggior parte della popolazione.

I prezzi (dei titoli azionari, delle obbligazioni, dei futures, delle valute) si muovono sempre secondo ben determinate tendenze (al rialzo o al ribasso) e dipendono dalle aspettative e dai sentimenti di tutti coloro che operano sui mercati finanziari. Quando prevalgono l’ottimismo, l’avidità e le aspettative di profitto i prezzi salgono. Quando prevalgono il pessimismo, la paura e i profit warning, i prezzi scendono.

giovedì 26 febbraio 2009

Borsa: investire per il lungo termine o tagliare le perdite?

Lo scorso 23 febbraio l'indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha toccato quota 7.155,16 punti ed è precipitato ai minimi degli ultimi 27 anni. Il giorno dopo l’indice industriale Dow Jones a Wall Street ha toccato i minimi del 7 maggio 1997, cioè circa 12 anni fa.

Quante volte avete sentito dire che l’investimento in borsa è per il lungo termine? Tante volte … forse troppe.

"Il lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo termine siamo tutti morti". John Maynard Keynes

Tagliare le perdite, molto più semplice e soprattutto efficace.

mercoledì 25 febbraio 2009

Wall Street non cambia mai …

"Wall Street never changes, the pockets change, the suckers change, the stocks change, but Wall Street never changes, because human nature never changes." (*)

Wall Street non cambia mai, cambiano le tasche, i “gonzi”, le azioni ma Wall Street no perché la natura umana non cambia mai. E’ una cruda e amara considerazione di Jesse Livermore negli anni 20 che la dice lunga sulla natura umana e soprattutto sul perché la gente comune perde soldi in borsa e a volte dilapida molto spesso tutti i suoi risparmi.

Quando i mercati salgono o scendono non è importante sapere perché salgono o scendono (questo lasciamolo agli economisti) MA E' MOLTO PIU' IMPORTANTE SAPERE COSA FATE VOI.

(*) Brano tratto da "Reminiscences of a Stock Operator", libro intervista di Edwin LeFèvre a Jesse Livermore. The Sun Dial Press, Inc. Garden City, New York, Copyright 1923 by George Doran Company.

martedì 24 febbraio 2009

SEAT PAGINE GIALLE, poi nere ... adesso nerissime

La scorsa settimana avevamo pubblicato un post su SEAT PG descrivendo l'andamento degli ultimi anni del titolo. Ma abbiamo commesso un errore. Non erano né pagine gialle, né tantomeno nere. Purtroppo si sono dimostrate nerissime...

Ieri SEAT PG ha fatto registrare una perdita del -17,86%. La notizia si commenta da sola.

lunedì 23 febbraio 2009

Seguire la tendenza: Salem Abraham

Nel libro Trend Following, viene citato tra i top trader anche Salem Abraham. E’ uno dei proprietari della Abraham Trading Company e fa dell’operare secondo la tendenza (“trend following”) uno dei suoi principi cardine. Anche lui come Jerry Parker è un trader che opera secondo la tendenza. Tutte le sue posizioni, che siano “LONG” o “SHORT”, vengono aperte tenendo conto dei trend primari. Salem Abraham opera su diversi mercati finanziari e questi sono i “pesi” che vengono da lui utilizzati per la suddivisione del capitale investito sui diversi mercati:

Interest Rates: 22%
Currencies: 17%
Softs: 16%
Metals: 11%
Grains: 10%
Global Stocks: 10%
Energy: 8%
Meats: 6%

Sui mercati più liquidi il peso é maggiore, mentre il contrario avviene sui mercati meno liquidi. Nel 2008, quando i mercati azionari hanno raggiunto performance pesantissime, l’Abraham Trading Company ha avuto una performance del +28,78%.

venerdì 20 febbraio 2009

Borsa italiana: titoli sopravvalutati e sottovalutati (Febbraio 2009)

Nel 2008 la borsa italiana ha perso circa il -50%. In questi primi giorni del 2009 le cose non sono andate meglio. L’indice Mibtel dal 2 Gennaio ad oggi ha perso un altro -13%.

Sulla base dello scenario attuale quali sono i titoli sopravvalutati o sottovalutati? Abbiamo scelto come criterio di analisi il rapporto tra la capitalizzazione (prezzo * numero di azioni circolanti) e il patrimonio netto (valore a bilancio al 31 dicembre 2007) e abbiamo ordinato i risultati in ordine decrescente.

Il titolo più sottovalutato è IFI PRV dove, a fronte di una capitalizzazione di 351 mln di euro c’é un patrimonio netto di circa 4 mld. Seguono due società che si occupano di investimenti (mobiliari e immobiliari) ITALMOBILIARE e PIRELLI RE, quindi due titoli bancari: BANCA ITALEASE e UNICREDIT. Al 31 dicembre 2007 il patrimonio netto di UNICREDIT a bilancio era di circa 62 mld di euro. In borsa, come capitalizzazione la società vale adesso circa 12,5 mld di euro: il 20% del patrimonio netto …

Tra quelli sopravvalutati, sempre secondo questo criterio, il primo è GEOX, la società che si occupa di scarpe e accessori, ha una capitalizzazione che vale 3,5 volte il patrimonio netto, quindi SAIPEM, MEDIOLANUM, e due società che si occupano di energia e risorse SNAM RETE GAS e TERNA.

giovedì 19 febbraio 2009

La filosofia di investimento di David Ryan

“Cutting losses is a part of my philosophy. I just can't stand the pain. If I buy a stock and it starts going down, I move on to the next stock or hold cash and wait for another alternative”

Il brano è tratto da un’intervista a David Ryan, CEO della Ryan Capital Management LLC con sede a Santa Monica (CA). Anche lui descrive il “tagliare le perdite” come uno dei cardini della propria filosofia di investimento.

Un'intervista dettagliata si trova anche sul libro di Jack D. Schwager: “Market Wizard”.

mercoledì 18 febbraio 2009

Seguire la tendenza: Jerry Parker

Nel libro Trend Following, viene citato tra i top trader anche Jerry Parker. E’ uno dei proprietari della Chesapeake Capital Corporation e fa dell’operare secondo la tendenza (“trend following”) uno dei suoi principi cardine. E’ un “long term trend follower”. Le sue posizioni vengono aperte tenendo conto dei trend primari. Parker opera su titoli, indici e commodities ma anche sulle valute. Jerry Parker basa la sua metodologia sul trading sistematico e solo una piccola percentuale viene lasciata alla discrezionalità. Nel 2008, quando i mercati azionari hanno raggiunto performance pesantissime, la Chesapeake Capital Corporation ha guadagnato il +15,38%. Da un “top trader” come Jerry Parker si può solo imparare.

martedì 17 febbraio 2009

UNICREDIT, Profumo di perdite

UNICREDIT è il più grande gruppo bancario in Italia. Nonostante i forti cali in borsa del titolo, lo scorso 7 ottobre, l'amministratore delegato Alessandro Profumo ha investito in titoli della banca 413.000,00€ di risparmi personali. La borsa è spietata, non solo verso i piccoli risparmiatori, ma anche verso manager ritenuti altamente competenti. Il 7 ottobre UNICREDIT quotava a 2,810€. Ieri ha chiuso a 1,211€. Da allora il titolo ha fatto registrare una performance negativa del -56%. Sono certo che Alessandro Profumo lo considera un investimento per il lungo termine. In ogni caso per risalire ai livelli di ottobre 2008 il titolo deve crescere del +127%. Per risalire invece rispetto al picco di aprile 2007 (7,680€) del +270% …..

lunedì 16 febbraio 2009

Intervista esclusiva alla Borsa Italiana

Ieri, in un pomeriggio di una splendida giornata, abbiamo incontrato la Borsa Italiana per un’amichevole chiacchierata. Un’intervista crudele e spietata

Il 2008 è stato un pessimo anno per molti investitori di tutto il mondo. Un anno turbolento. La Borsa Italiana non ha fatto eccezione e nell’ultimo anno ha perso quasi il -50%. Cosa si sente di dire agli investitori?
Agli investitori cui è stato “consigliato di investire in borsa” acquistando fondi o prodotti strutturati con forti componenti azionarie da qualche consulente inesperto o peggio da qualche venditore che pensava ad incrementare i propri incentivi, va tutta la mia solidarietà. Le banche poi adesso hanno fatto firmare ai propri clienti i documenti previsti dalla direttiva MIFID lasciando tutti i cerini accesi nelle mani dei propri clienti.

E agli altri?
Gli altri sono perlopiù professionisti o comunque persone assolutamente consapevoli delle loro scelte di investimento e dei rischi che queste comportano. Possono essere bravi e meno bravi. Come in tutti i campi della vita. Non tutti hanno perso denaro. I più oculati, i “trend follower”, non appena la tendenza al rialzo si è invertita, e sto parlando dell’estate 2007, sono andati al ribasso o, da quel momento, hanno investito su strumenti di liquidità a bassissimo rischio limitando i danni.

Ci sono stati anche casi di truffa ai danni dei risparmiatori.
Per restituire fiducia ai risparmiatori, nell’interesse di tutti, il mio augurio è che i responsabili di queste truffe non solo vengano puniti con la detenzione, ma anche con il risarcimento dei danni alle parti lese. In USA per il caso di Bernard Madoff sono certa che questo avverrà. In Italia ho fortissimi dubbi …

Perché tanta gente perde soldi in borsa?
Sono un mercato molto difficile da comprendere. Però, allo stesso tempo, sono anche lo stesso da 300 anni e da allora mi muovo a seconda di forti tendenze al rialzo o al ribasso. Chi ignora l’esistenza delle tendenze commette un gravissimo errore. Le tendenze quando iniziano non si sa mai quando finiscono.

E chi è che influenza le tendenze?
Sono le persone con i loro sentimenti che determinano le tendenze. In borsa dominano le emozioni, le aspettative e i sentimenti. In fase di rialzo prevale l’avidità, durante quella di ribasso domina la paura. E la paura è un sentimento molto forte. Di solito i ribassi sono molto più marcati dei rialzi. Se si analizzano i dati si nota prima una sequenza di “boom” e poi un successivo “crollo”. E’ vero però che, dopo i crolli, i titoli di aziende ben gestite tornano successivamente a livelli di prezzo accettabili ma durante le fasi di ribasso, come nel 2008, crolla praticamente tutto. E’ sempre stato così e sempre sarà così, con poche eccezioni.

Perché tanta gente perde soldi in borsa?
La maggioranza delle persone pensa alla borsa come ad un gioco come il SuperEnalotto o al Casinò di Montecarlo. “Tanto i soldi non mi servono”. Acquista i titoli sperando che crescano ma se non succede rimangono sempre in posizione perché sperano sempre che risalgano. Ma quando un titolo perde il -50% deve risalire del 100% per ritornare al prezzo iniziale. In altre parole non tagliano mai le perdite. Quando invece i titoli salgono, non seguono la tendenza e vendono subito. Non lasciano correre i profitti. I professionisti che guadagnano sono disciplinati anzi disciplinatissimi. Controllano sempre il rischio dei portafogli gestiti. Fissano sia le regole di entrata e di uscita, che di money management. E le seguono. Sta li il difficile. Le persone comuni non conoscono neanche l’esistenza di questi concetti. E infatti vengono regolarmente punite.

Quali sono i gestori più bravi?
Per il mercato USA le performance degli operatori professionisti si possono trovare nel sito della IASG (Institutional Advisory Service Group). In Italia MorningStar offre un servizio simile.

Cosa ne pensi del vertice dei Ministri dell’Economia del G7?
Gli interventi dei politici che pensano di regolare i mercati finanziari sono sempre tardivi, molto spesso inutili, qualche volta addirittura dannosi.

Quali consigli pensa di dare agli investitori?
Proteggete sempre il vostro capitale. Stabilite le regole e seguitele. Ma soprattutto se non avete perfettamente chiari i meccanismi della borsa allora è meglio investire su strumenti di liquidità.

Come andrà la borsa italiana nel 2009?
E’ assolutamente impossibile effettuare previsioni credibili sui mercati finanziari. Chi lo fa, nel migliore dei casi, è un ingenuo. Nel peggiore è uno che ha interessi personali da difendere.

sabato 14 febbraio 2009

Buon San Valentino




Tanti auguri di Buon San Valentino a tutti i lettori e le lettrici da parte dello Staff di tagliare le perdite

venerdì 13 febbraio 2009

La gestione del rischio secondo Larry Hite

Larry Hite da un’importanza fondamentale alla gestione del rischio. Per lui è il fattore più importante da tenere sotto controllo per ottenere profitti costanti nella gestione del proprio portafoglio:

«Uno dei più grossi trader sul mercato del caffé mi chiese come potessi io sapere più di lui del caffé, lui conosceva i ministri, sapeva dove erano le barche che lo trasportavano. Sapeva tutto del caffé. Io gli risposi che aveva ragione e infatti non sapevo niente del caffé, neanche lo bevevo. "E allora come fai a fare trading sul caffé?" Io gli risposi semplice­mente: "controllando il rischio". Lui mi pose la stessa domanda altre cinque volte, ottenendo sempre la stessa risposta. Tre mesi dopo seppi che aveva bruciato 100 milioni di USD sul mercato del caffé. Evidentemente non aveva capi­to cosa intendevo»

Larry Hite non rischia mai oltre l'1% del suo capitale in sin­gole operazioni. Questo lo rende assolutamente indifferente a qualsiasi mutamento di mercato, e ciò lo aiuta a gestire al meglio il suo portafoglio globale.

Il brano é tratto da un'intervista a Larry Hite da parte di Jack D. Schwager contenuta nel libro Market Wizard - Interviews with top trader, HarperBusiness - 1993.

giovedì 12 febbraio 2009

SEAT Pagine Gialle ... ma forse é meglio chiamarle pagine nere

Lunedì 10 febbraio 2009 è scattato il raggruppamento delle azioni di SEAT PG varato dall'assemblea dello scorso 26 gennaio. Le azioni ordinarie sono state raggruppate con un rapporto di 1 nuova azione ordinaria contro ogni 200 azioni ordinarie esistenti. Previsto anche l'accorpamento di oltre 136 milioni di azioni risparmio in un rapporto di 1 nuova azione risparmio ogni 200 azioni risparmio esistenti. Luca Majocchi, l’amministratore delegato, ha annunciato la sua decisione di abbandonare l'azienda entro giugno, come ha comunicato al Consiglio di amministrazione.

Ma come è andato il titolo SEAT PG in questi anni? Ieri, 11 febbraio, ha chiuso a 8,410€, sui minimi degli ultimi 7 anni. Dall’inizio del 2002, quando valeva circa 90,000€, il titolo SEAT PG ha perso il -90,44% della propria capitalizzazione. Più che pagine gialle forse é il caso di chiamarle pagine nere. Per i suoi azionisti, trattati per l'ennesima volta da "parco buoi", nerissime. Per risalire ai valori del 2002 il titolo deve crescere del +946% (vedi formula della percentuale di recupero). Tra i titoli dell’S&P Mib e del Midex, a parte ALITALIA, solo il titolo TISCALI (-95,72%) è andato peggio. Tagliare le perdite. Non lo dimenticate mai.

mercoledì 11 febbraio 2009

Letture consigliate: "Trend Following"

Trend Following é stato pubblicato per la prima volta dalla casa editrice Prentice Hall nel 2004. E' un testo (in inglese) molto interessante dove l’autore, Michael Covel, descrive "come i top trader hanno potuto realizzare milioni di USD operando sia in fase di Up-Trend che di Down-Trend". In altre parole “seguendo la tendenza” e non anticipandola. E’ un libro basato sul concetto di “trend following”. Vengono descritte le storie di Jerry Parker, Bill Dunn, Salem Abraham, John Henry, Richard Dennis, Ed Seykota e Richard Donchian, figure leggendarie nella gestione dei portafogli finanziari. Vi sono anche consigli su come impostare un trading system, quali sono i fattori importanti da considerare e quelli da scartare. Non viene trascurato neanche l’aspetto psicologico, assolutamente fondamentale per avere risultati duraturi in questo difficile professione. Vengono analizzati anche i grandi eventi che hanno influito sui mercati finanziari mondiali: la fase di boom – crash del 1999-2000, il collasso del fondo LTCM, la crisi asiatica, il crash della banca Barings. Vengono messe a confronto le performance di alcuni famosi trader con quegli eventi. Il libro non contiene facili ricette perché il “Santo Graal” semplicemente non esiste, ma non deve mancare nella biblioteca di chi vuole aumentare la propria cultura in questo difficile campo.

martedì 10 febbraio 2009

Ubs perde circa 13 miliardi di euro nel 2008

UBS, la prima banca Svizzera, ha chiuso il quarto trimestre 2008 con una perdita di 8,1 miliardi di franchi svizzeri (circa 5,4 miliardi di euro), incluso un credito d'imposta di 2,8 miliardi. Per il 2008 il rosso balza a -19,7 mld (circa 13 mld di euro) contro i -5,2 mld di un anno prima, e contro attese per -17,6 mld di euro. UBS ha detto che «le previsioni nel breve termine restano caute» e ha annunciato di aver tagliato 1.782 posti nel quarto trimestre. (Fonte IlSole24Ore)

Quella del 2008 è la perdita maggiore di UBS nella sua storia. In due anni la banca svizzera ha perso circa -18 mld di euro, quasi l’equivalente di una manovra finanziaria in Italia. Una volta i banchieri svizzeri erano famosi per la saggezza negli investimenti e l’oculatezza della gestione. Gli ultimi due anni hanno dimostrato che nessuno è infallibile. Chi ha pagato il prezzo di questo disastro? La risposta è scontata: i cetrioli sono sempre diversi ma la destinazione è sempre la stessa.

lunedì 9 febbraio 2009

La lista dei clienti di Bernard Madoff

Il crack della Bernard Madoff Investment Securities LLC ammonta ad almeno 50 miliardi di dollari. Bernie Madoff ha ammesso le colpe di quella che si è rivelata una vera e propria truffa. Una gigantesca “sòla”. Quando, a fine del 2008, pressato dalle richieste di riscatto dei vari clienti, è stato costretto a confessare che il suo business si basava sul “Ponzi Scheme” ha ammesso all’FBI che le richieste di riscatto erano coperte quasi esclusivamente dalle nuove sottoscrizioni. Finchè queste hanno superato le richieste di rimborso tutto è filato liscio, ma la crisi finanziaria ha fatto saltare il gioco. Questa è la lista completa dei clienti tra i quali figurano molti nomi prestigiosi della finanza internazionale. L'elenco, pubblicato dal Tribunale fallimentare di New York, è costituito dalle persone che sono stati clienti della Bernard Madoff Investment Securities LLC nei 12 mesi precedenti all'esplosione dello scandalo. C’è anche il suo avvocato Ira Lee Sorkin …

mercoledì 4 febbraio 2009

Operare in borsa. Gli errori più gravi

"Avevo fatto esattamente la cosa sbagliata. Il cotone registrava una perdita e avevo mantenuto la posizione. Il grano registrava un profitto e avevo chiuso la posizione. Tra tutti gli errori che uno può fare in questo mestiere, ce ne sono pochi che sono più gravi che cercare di fare media su una posizione in perdita. Chiudi sempre la posizione se hai una perdita e tieni duro sulle posizioni in utile."

Tratto da "Reminiscences of a Stock Operator", libro intervista di Edwin LeFèvre a Jesse Livermore. The Sun Dial Press, Inc. Garden City, New York, Copyright 1923 by George Doran Company.
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La prima edizione di questo libro é del 1923. Da allora le regole non sono cambiate ma le persone sono sempre le stesse e soprattutto continuano a ripetere gli stessi errori perché la natura umana non cambia mai. Il parco buoi taglia i profitti e lascia correre le perdite, magari mediandole al ribasso. Il risultato é il disastro finanziario dei propri portafogli azionari.

martedì 3 febbraio 2009

Borsa: un’operazione che si chiude con una perdita è un’operazione sbagliata?

Quando si chiude un'operazione di borsa con una perdita dobbiamo considerarla come un’operazione “sbagliata”?

NO se sono state seguite le regole previste dal proprio piano di trading, la perdita è comunque contenuta, quindi accettabile ma soprattutto recuperabile.
SI se non sono state seguite le regole previste dal proprio piano di trading, la perdita è pesante, quindi non accettabile ma soprattutto non recuperabile.

Più si lasciano correre le perdite e più è difficile recuperarle. Se si subisce una perdita del -10%, il titolo deve crescere del +11,1% per ritornare al prezzo iniziale. Se la perdita è del -30%, il titolo deve crescere del +42,86% e così via. Le perdite fino al -10% sono recuperabili; quelle tra il -10 e il -50% qualche volta si riesce a recuperarle. Oltre questo livello, diventano devastanti e quindi praticamente irrecuperabili. Un titolo che subisce una perdita del -80% deve avere un guadagno del +400% per ritornare al prezzo iniziale (formula della percentuale di recupero).
La conclusione è sempre la stessa: tagliare le perdite.

E’ una regola semplice da capire e, allo stesso tempo, molto difficile da applicare altrimenti non si spiegherebbe come una percentuale di oltre il 95% delle persone che investe in borsa accusa pesanti perdite. Le persone normali, “il parco buoi” ma anche molti gestori professionisti, non tagliano mai le perdite ma sperano sempre che i titoli risalgano e soprattutto non imparano mai dai loro errori. Errori che pagano a carissimo prezzo.

lunedì 2 febbraio 2009

STM: microprocessori e Maxiperdite

Una sera di qualche anno fa, era la primavera del lontano 2002, durante una cena, un manager di una prestigiosa società di investimenti, uno stimato professionista, dichiarava che, dopo un’attenta analisi, aveva investito una somma consistente della sua società su STM, la società italo-francese che produce componenti elettronici e semiconduttori. Era per lui un “investimento strategico di lungo termine” e poi, “STM é una società gioiello, gestita molto bene, e ha il suo core business in un settore altamente innovativo”.

STM quotava ai tempi circa 39,000€. A dicembre del 2007, quando STM era a circa 10,000€ (-74% rispetto ai valori di acquisto) lo stesso manager dichiarava che “STM non può andare sotto i 10,000€” e che “Banca Euromobiliare ha dichiarato un target price su STM per il 2008 di 12,400€ e Credit Suisse di 13,000€”. STM ha chiuso lo scorso venerdì a 4,055€, praticamente sui minimi degli ultimi sette anni. Dal prezzo di acquisto di 39,000€ ha perso il -88%. Per risalire ai valori di acquisto STM dovrà crescere del +733% (vedi formula della percentuale di recupero). La borsa non è un investimento di lungo termine e l’errore non è stato investire o no su STM. L’errore è stato quello di non tagliare le perdite.