Il Pubblico Ministero presso il Tribunale di Milano Luigi Orsi ha chiuso l'inchiesta sulle quotazione in Borsa (IPO) di SARAS, la società petrolifera della famiglia Moratti. Nell’inchiesta risultano indagati per falso in prospetto informativo e aggiotaggio nove banchieri di alcune banche di affari che operarono come advisor quali JP Morgan, Morgan Stanley e Caboto.
La Procura di Milano imputa agli esponenti delle tre banche di affari:
a) L'intenzione di ingannare i destinatari del prospetto informativo per l'ammissione della quotazione alla Borsa Italiana di SARAS.
b) L’indicazione di "false informazioni" e l’occultamento di "dati e notizie in modo idoneo a indurre in errore" i potenziali investitori.
Il motivo principale delle Banche di Affari è che esse avrebbero operato "allo scopo di conseguire e far conseguire un ingente profitto" sia a loro stessi che a Gian Marco e Massimo Moratti (l’IPO SARAS incassò nel 2006 5.710 milioni di euro)
SARAS fu collocata alla Borsa Italiana nel maggio 2006 a un prezzo fissato a 6 euro per azione. Il prezzo del titolo SARAS è arrivato al livello di 1,772 euro, chiusura del 23 giugno 2010.
La perdita per un piccolo azionista SARAS, inclusi i dividendi incassati, dal momento dell’IPO è di oltre il -60%.
In un'intervista del maggio 2009, Angelo Moratti, Vice Presidente SARAS sosteneva che l'IPO era stata fatta per "dare nuovi stimoli al management".