Sempre parlando di “losing streak”, abbiamo visto come molti trader diminuiscano la dimensione delle loro posizioni per diminuire il rischio reale del loro portafoglio. Una delle tecniche più utilizzate è quella di aumentare il numero delle posizioni aperte, diminuendone allo stesso tempo la dimensione. Un esempio pratico:
Supponiamo che si abbia un capitale iniziale di 100.000,00 euro e che un trader voglia rischiare al massimo, per ogni operazione il 10% del proprio capitale (rischio massimo potenziale). In questo modo si potranno aprire al massimo (100 /10 = 10) 10 posizioni ognuna di 10.000,00 euro. Il rischio massimo potenziale è quello di perdere 10.000,00 per ognuna delle potenziali 10 posizioni. Ovviamente il rischio massimo potenziale è la massima perdita potenziale relativa a quella singola posizione. La perdita reale corrisponde allo stop loss e deve essere molto inferiore a questa percentuale ma la storia insegna, specialmente per chi opera con i futures, che a volte, la perdita reale corrisponde al rischio massimo potenziale.
Se un’operazione si chiude in perdita si diminuisce il rischio massimo potenziale passando dal 10% al 9% del proprio capitale. Il numero delle operazioni aperte passerà da 10 a 11 (100 / 9 = 11,11) e l’ammontare della dimensione sarà determinato dalla formula ((capitale iniziale – perdita reale) / numero posizioni aperte). Ipotizziamo di aver posizionato uno stop loss del -7%. Sulla posizione aperta la perdita reale sarebbe di 700,00 euro (10.000,00 * -7% = -700,00). Il nuovo capitale iniziale sarebbe quindi di 100.000,00 – 700,00 = 99.300,00 e la dimensione dell’operazione successiva sarebbe la seguente: 99.300,00 / 11 = 9.027,00 euro. Il rischio massimo potenziale passa da 10.000,00 a 9.027,00 euro per ognuna delle potenziali 11 posizioni. Se anche questa operazione termina in perdita si passa dal 9% all'8% e così via.
Questo è un modo semplice ed efficace per preservare il capitale e soprattutto controllare il rischio reale di portafoglio.