mercoledì 7 gennaio 2009

L’importanza di lasciar correre i profitti (1)

Come si comporta la gente comune, cioè il cosiddetto “parco buoi” quando un titolo inizia a salire? Il “bue ingenuo” tiene in portafoglio il titolo finché non ci guadagna qualcosa. Quindi esce dal titolo, magari seguendo il proprio intuito, il consiglio di un amico o del “guru” di turno, o un livello di profitto che ha pre-fissato nella sua mente. Si comporta cioè come se quel titolo scottasse come un ferro rovente. In realtà i titoli (ma anche gli indici, le valute e in generale tutti gli strumenti che sono quotati sui mercati finanziari) si muovono a seconda di ben determinate tendenze (al rialzo o al ribasso) e queste, una volta iniziate, non si sa mai quando finiscono. Alcuni esempi di storia borsistica recente: TENARIS tra il febbraio 2005 (quotazione 4,000 €) e il giugno 2008 (quotazione 24,000 €) ha guadagnato il +500%. BUZZI UNICEM tra l’aprile 2004 (quotazione 10,000€) e il maggio 2007 (quotazione 26,000€) ha guadagnato il +160%. FIAT tra il luglio 2005 (quotazione 6,000€) e il luglio 2007 (quotazione 24,000€) ha guadagnato il +300%. RISANAMENTO, tra il settembre 2004 e il febbraio 2007, quasi il +500%. Sono solo alcuni esempi ma se ne possono fare molti altri. Quindi perché pre-determinare un obiettivo di profitto? E’ impossibile fare previsioni sull’andamento di un titolo. Quando un titolo inizia a salire è preferibile seguire la tendenza e uscire dalla posizione una volta che la tendenza si è invertita. Accontentavi di prendere una parte di questa tendenza. Chi opera secondo la tendenza è come un produttore di grappa. Della grappa che esce dall’alambicco si scarta la prima perché troppo forte e l’ultima perché troppo debole. Però si prende la parte di mezzo. Quella più gustosa cioé la più preziosa. E’ impossibile entrare sui minimi e uscire sui massimi (se non per una pura questione di fortuna). Dopo “tagliare le perdite”, la seconda regola regina è quella di lasciar correre i profitti. Anche questa è una frase che avrete letto mille volte. Ma la maggior parte delle persone che conosco e che in passato ha investito in borsa fa esattamente il contrario: taglia i profitti, vendendo le azioni su cui sta guadagnando, e lascia correre le perdite, tenendo le azioni su cui sta perdendo, perché spera sempre che risalgano. In questo caso nel portafoglio rimangono solo i titoli che perdono (e che possono raggiungere anche perdite disastrose). Le persone non vogliono cambiare abitudini ma il risultato per il loro portafoglio è spesso il disastro. Molte volte irrecuperabile. Nel 2008 il “parco buoi” è andato letteralmente al macello.