venerdì 19 giugno 2009
Un investimento in borsa per Isaac Newton
Nella prima metà del 1700 le azioni della Compagnia dei Mari del Sud, dopo l’iniziale quotazione in borsa, salirono vertiginosamente e Isaac Newton che le aveva sottoscritte come molti piccoli investitori inglesi, liquidò la propria posizione con un fortissimo guadagno (+100%). Le azioni però continuarono a salire. Newton sorpreso da questa situazione le ricomprò aumentando anche l’entità del proprio investimento e quella della sua famiglia. In una fase successiva però, come spesso avviene, l’euforia si trasformò in paura. Avvenne il crack e i titoli della Compagnia dei Mari del Sud crollarono a picco, lasciando molte persone, tra cui Isaac Newton, con il cerino acceso in mano. La delusione si trasformò in rabbia, il Parlamento inglese emanò il “Bubble Act”, ma ormai il denaro si era trasformato in carta straccia (o quasi). Isaac Newton perse circa 20.000 sterline del patrimonio di famiglia. La sua amara considerazione fu: “posso calcolare il movimento dei corpi celesti ma non la pazzia della gente”. Non sapere quando uscire da una posizione in perdita si dimostrò per Isaac Newton un errore fatale che lo segnò per tutta la vita.