Ho incontrato di recente un professionista che stimo molto, assolutamente competente nel suo campo, un vero luminare dell’architettura e del design, con un’intelligenza nettamente superiore alla media. Non sto quindi parlando di uno sprovveduto. Ne approfitto perché cercherò di analizzare uno degli aspetti su cui le persone hanno qualche errata convinzione: i dividendi.
Questa persona investe spesso acquistando titoli in Borsa e, tra le diverse operazioni, ha acquistato anche il titolo ESPRESSO nell’anno 2002 perché, parole sue, “è un’azienda ben gestita, ha un ottimo bilancio”. Per lui ESPRESSO era “un investimento per il lungo termine”, poi “soprattutto distribuisce ottimi dividendi”.
Il titolo è passato dagli iniziali 3,560 euro agli attuali 0,622 euro (chiusura di ieri). La performance totale (dividendi esclusi) è del -82,54%.
I dividendi che il Gruppo Editoriale ESPRESSO ha distribuito agli azionisti, dal 2002 al 2008, sono elencati nella tabella di cui sopra. Il totale è di 1,130 euro nei 7 anni. Se calcoliamo anche i dividendi quindi la performance totale è del -50,78%.
Per risalire ai valori di inizio 2002 il titolo deve crescere di circa il +100% (vedi formula della percentuale di recupero).
Di fronte ad una perdita così pesante, la sua considerazione finale è stata “si però ho incassato i dividendi. Nel 2008 ESPRESSO ha reso il +6,82%. Nessun titolo di Stato ha reso così tanto”.
Questo la dice lunga su come la pensano molte persone sui dividendi. Direi la maggior parte.
Le azioni non sono come le obbligazioni. Se un’azione il giorno X vale 100 e il giorno X+1 stacca un dividendo di 5, quel titolo vale 95 (cui va aggiunta la performance, positiva o negativa, del giorno X+1). In altre parole i dividendi sono già soldi vostri che le aziende decidono (per motivi vari) di distribuire agli azionisti. La quotazione di un’obbligazione invece non risente dello stacco della cedola.
Molti comuni investitori ancora non lo hanno compreso altrimenti non darebbero una così grande importanza al rapporto tra dividendo e prezzo.
PS – Nel calcolo della performance si ipotizza che i dividendi siano incassati e non reinvestiti nel titolo altrimenti la perdita sarebbe di gran lunga peggiore.
Questa persona investe spesso acquistando titoli in Borsa e, tra le diverse operazioni, ha acquistato anche il titolo ESPRESSO nell’anno 2002 perché, parole sue, “è un’azienda ben gestita, ha un ottimo bilancio”. Per lui ESPRESSO era “un investimento per il lungo termine”, poi “soprattutto distribuisce ottimi dividendi”.
Il titolo è passato dagli iniziali 3,560 euro agli attuali 0,622 euro (chiusura di ieri). La performance totale (dividendi esclusi) è del -82,54%.
I dividendi che il Gruppo Editoriale ESPRESSO ha distribuito agli azionisti, dal 2002 al 2008, sono elencati nella tabella di cui sopra. Il totale è di 1,130 euro nei 7 anni. Se calcoliamo anche i dividendi quindi la performance totale è del -50,78%.
Per risalire ai valori di inizio 2002 il titolo deve crescere di circa il +100% (vedi formula della percentuale di recupero).
Di fronte ad una perdita così pesante, la sua considerazione finale è stata “si però ho incassato i dividendi. Nel 2008 ESPRESSO ha reso il +6,82%. Nessun titolo di Stato ha reso così tanto”.
Questo la dice lunga su come la pensano molte persone sui dividendi. Direi la maggior parte.
Le azioni non sono come le obbligazioni. Se un’azione il giorno X vale 100 e il giorno X+1 stacca un dividendo di 5, quel titolo vale 95 (cui va aggiunta la performance, positiva o negativa, del giorno X+1). In altre parole i dividendi sono già soldi vostri che le aziende decidono (per motivi vari) di distribuire agli azionisti. La quotazione di un’obbligazione invece non risente dello stacco della cedola.
Molti comuni investitori ancora non lo hanno compreso altrimenti non darebbero una così grande importanza al rapporto tra dividendo e prezzo.
PS – Nel calcolo della performance si ipotizza che i dividendi siano incassati e non reinvestiti nel titolo altrimenti la perdita sarebbe di gran lunga peggiore.