Il Cav. Luigi Zunino detiene, attraverso le sue società (Nuova Parva, Tradim e Zunino Investimenti Italia), il 73,438% del capitale sociale della società RISANAMENTO S.p.A., titolo quotato al Midex.
Il bilancio 2008 si é chiuso con una perdita netta di 213,7 milioni di euro a livello di gruppo e di 89,5 milioni a livello di società RISANAMENTO.
Il 2009 non è iniziato meglio. Il primo trimestre si è chiuso con una perdita di -49,9 milioni di euro rispetto ai -39,2 milioni realizzati nello stesso periodo del 2008. Il valore della produzione e' sceso da 48,2 a 25,3 milioni.
Tra il Gennaio 2007 e il Maggio 2009 in borsa il titolo RISANAMENTO ha fatto registrare una perdita del -94%. Per risalire ai valori di inizio 2007 il titolo RISANAMENTO dovrà crescere del +1.566%. Avete letto bene: millecinquecentosessantasei per cento (vedi formula percentuale di recupero del capitale). La possibilità che questo succeda è molto bassa. Lo scorso 30 aprile, durante l'assemblea dei soci, Luigi Zunino ha proposto di ridursi lo stipendio da 4,7 milioni di euro a circa 900mila euro. Una magra consolazione per i piccoli azionisti di RISANAMENTO.
Non aspettate che i titoli risalgano. Imparate a tagliare le perdite per tempo perché se raggiungono queste dimensioni diventa impossibile recuperarle.
sabato 30 maggio 2009
venerdì 29 maggio 2009
Borsa italiana: Titoli sopravvalutati e sottovalutati (Maggio 2009)
Come ogni mese, sulla base dei dati disponibili, pubblichiamo un breve resoconto relativo ai titoli sopravvalutati o sottovalutati della Borsa Italiana tra quelli presenti nell’indice S&P MIB o nel MIDEX. Il criterio di analisi è quello costituito dal rapporto tra la capitalizzazione (prezzo * numero di azioni circolanti) e il patrimonio netto (valore a bilancio al 31 dicembre 2008).
I risultati sono ordinati in ordine decrescente nella tabella sopraindicata. Il titolo più sottovalutato è ITALMOBILIARE dove, a fronte di una capitalizzazione di 593,3 mln di euro, c’é un patrimonio netto di circa 5,4 mld di euro. In pratica la capitalizzazione è circa 1/10 del patrimonio netto. Seguono SAFILO GROUP e ITALCEMENTI. Poi un titolo assicurativo come UNIPOL. Per ultimo un titolo bancario come BANCO POPOLARE con un rapporto tra capitalizzazione e patrimonio netto di 37,44. In pratica la capitalizzazione di borsa è pari a circa 1/3 del patrimonio netto.
Il titolo più sopravvalutato è TISCALI, la società di telecomunicazioni, con una capitalizzazione che vale circa 20 volte il patrimonio netto, quindi AZIMUT, GEOX e BANCA GENERALI. Chiude la classifica MEDIOLANUM, un titolo assicurativo che presenta una capitalizzazione pari a circa 3,1 volte il patrimonio netto.
I risultati sono ordinati in ordine decrescente nella tabella sopraindicata. Il titolo più sottovalutato è ITALMOBILIARE dove, a fronte di una capitalizzazione di 593,3 mln di euro, c’é un patrimonio netto di circa 5,4 mld di euro. In pratica la capitalizzazione è circa 1/10 del patrimonio netto. Seguono SAFILO GROUP e ITALCEMENTI. Poi un titolo assicurativo come UNIPOL. Per ultimo un titolo bancario come BANCO POPOLARE con un rapporto tra capitalizzazione e patrimonio netto di 37,44. In pratica la capitalizzazione di borsa è pari a circa 1/3 del patrimonio netto.
Il titolo più sopravvalutato è TISCALI, la società di telecomunicazioni, con una capitalizzazione che vale circa 20 volte il patrimonio netto, quindi AZIMUT, GEOX e BANCA GENERALI. Chiude la classifica MEDIOLANUM, un titolo assicurativo che presenta una capitalizzazione pari a circa 3,1 volte il patrimonio netto.
giovedì 28 maggio 2009
Sugli analisti finanziari (2)
"Ci dovrebbe essere qualche esame professionale per questi analisti finanziari. Il più delle volte essi parlano con il loro fondo schiena"
Alan Sugar, fondatore e Presidente della Amstrad società che ha venduto nel 2007. The Amstrad Story di David Thomas, 1990
Alan Sugar, fondatore e Presidente della Amstrad società che ha venduto nel 2007. The Amstrad Story di David Thomas, 1990
mercoledì 27 maggio 2009
Letture consigliate: “How to make money in stocks”
In questo testo William O’Neil illustra la sua metodologia di trading basata sul CANSLIM, una particolare tecnica di “stock picking”. O’Neil dopo aver analizzato le azioni che hanno fatto registrare i maggiori incrementi di prezzo, ha constatato che questi titoli presentano alcune caratteristiche in comune. Da qui il suo metodo che da allora ha seguito per la selezione dei titoli del suo portafoglio:
C = Current Quarterly Earning per Share. Gli utili per azione registrati in un trimestre devono essere superiori di un 18-20% rispetto a quelli del trimestre dello stesso periodo nell’esercizio precedente.
A = Annual Earning per Share Increases. Gli utili per azione registrati in un anno devono essere superiori di un 20-25% rispetto a quelli dell’anno precedente per un periodo di almeno 4-5 anni.
N = New (Product, Management, Highs). La società deve registrare una grande novità: commercializzazione di un prodotto altamente innovativo, presenza di un nuovo management, quotazioni di borsa che fanno registrare un nuovo massimo rispetto alle quotazioni dell’anno precedente.
S = Supply and Demand. Società che hanno una bassa capitalizzazione ma un’alta percentuale di azioni possedute dal top management.
L = Leader or Laggard. Forza relativa crescente e comunque superiore a 80 (significa che un titolo ha performato meglio dell’80% dei titoli che fanno parte dell’indice di riferimento).
I = Institutional Sponsorship. Presenza di investitori istituzionali tra coloro che abbiano acquistato titoli nell’anno precedente.
M = Market Direction. Non acquistare il titolo se il mercato sta facendo registrare una tendenza negativa.
Un'intervista a William O'Neil si può trovare anche nel libro "Market Wizard"
C = Current Quarterly Earning per Share. Gli utili per azione registrati in un trimestre devono essere superiori di un 18-20% rispetto a quelli del trimestre dello stesso periodo nell’esercizio precedente.
A = Annual Earning per Share Increases. Gli utili per azione registrati in un anno devono essere superiori di un 20-25% rispetto a quelli dell’anno precedente per un periodo di almeno 4-5 anni.
N = New (Product, Management, Highs). La società deve registrare una grande novità: commercializzazione di un prodotto altamente innovativo, presenza di un nuovo management, quotazioni di borsa che fanno registrare un nuovo massimo rispetto alle quotazioni dell’anno precedente.
S = Supply and Demand. Società che hanno una bassa capitalizzazione ma un’alta percentuale di azioni possedute dal top management.
L = Leader or Laggard. Forza relativa crescente e comunque superiore a 80 (significa che un titolo ha performato meglio dell’80% dei titoli che fanno parte dell’indice di riferimento).
I = Institutional Sponsorship. Presenza di investitori istituzionali tra coloro che abbiano acquistato titoli nell’anno precedente.
M = Market Direction. Non acquistare il titolo se il mercato sta facendo registrare una tendenza negativa.
Un'intervista a William O'Neil si può trovare anche nel libro "Market Wizard"
martedì 26 maggio 2009
Borsa. A proposito dei dividendi
In questo periodo molte società distribuiscono il dividendo. Su questo argomento ci sono molti falsi miti. Riporto il pensiero di William O’Neil, un trader di successo che si occupa esclusivamente di “stock picking” sui mercati USA, che ha illustrato il suo pensiero in un libro: “How to make money in stocks”. In un’intervista pubblicata su “Market Wizard” sostiene:
“Non c’è alcuna correlazione tra lo stacco dei dividendi e la performance di un titolo azionario. Infatti, tanto più alto è l’importo pagato per i dividendi, tanto più deboli saranno le potenzialità di una società, dato che questa dovrà pagare interessi più alti (alle banche) per rimpiazzare i fondi distribuiti per i dividendi. E’ da ingenui tenere azioni di società che stanno andando giù (in borsa) perché queste pagano buoni dividendi. Se un investitore incassa il 4% derivante dai dividendi e l’azione è andata giù del 25%, (l’investitore) avrà una perdita netta del 21%”.
Attenzione quindi ad acquistare un’azione solo perché quella società distribuisce buoni dividendi. Abbiamo raccontato di recente in un post su come molti comuni investitori considerino i dividendi quando devono effettuare una scelta di investimento.
La società di Warren Buffet, la Berkshire Hathaway, non distribuisce dividendi ma ha una performance borsistica impressionante.
“Non c’è alcuna correlazione tra lo stacco dei dividendi e la performance di un titolo azionario. Infatti, tanto più alto è l’importo pagato per i dividendi, tanto più deboli saranno le potenzialità di una società, dato che questa dovrà pagare interessi più alti (alle banche) per rimpiazzare i fondi distribuiti per i dividendi. E’ da ingenui tenere azioni di società che stanno andando giù (in borsa) perché queste pagano buoni dividendi. Se un investitore incassa il 4% derivante dai dividendi e l’azione è andata giù del 25%, (l’investitore) avrà una perdita netta del 21%”.
Attenzione quindi ad acquistare un’azione solo perché quella società distribuisce buoni dividendi. Abbiamo raccontato di recente in un post su come molti comuni investitori considerino i dividendi quando devono effettuare una scelta di investimento.
La società di Warren Buffet, la Berkshire Hathaway, non distribuisce dividendi ma ha una performance borsistica impressionante.
lunedì 25 maggio 2009
Investimenti di lungo termine in Est Europa
Ho letto di recente, con molto stupore, una brochure distribuita da una società svedese di asset management (la chiameremo XXX) specializzata negli investimenti nei mercati azionari dell’Est Europa. La brochure contiene le performance di tre fondi di investimento. Mi ha colpito molto la dicitura relativa alla strategia di investimento: “The fund’s investment philosophy is based on a long-term perspective, fundamental analysis and active stock picking”.
Il primo fondo di investimento, specializzato negli investimenti sui mercati azionari dei paesi dell’Est Europa (Russia esclusa), ha perso negli ultimi due anni circa il -60%, facendo registrare una performance peggiore di quella dell’indice di riferimento.
Il secondo prodotto, specializzato negli investimenti sul mercato azionario della Russia, ha perso negli ultimi due anni circa il -70%, facendo registrare una performance peggiore di quella dell’indice di riferimento.
Il terzo fondo di investimento, specializzato negli investimenti sul mercato azionario di tutta l’Europa dell’Est, ha perso nell’ultimo anno e mezzo circa il -60%, facendo registrare una performance simile a quella dell’indice di riferimento.
Per queste “brillanti” performance, basate su “prospettive di lungo termine”, la società XXX incassa, oltre ad una salata commissione di sottoscrizione, una management fees del 2% dagli investitori istituzionali e del 2,5% dalla clientela retail. Complimenti a questi “efficienti” gestori.
Di "lungo termine contrapposto al breve termine" abbiamo già parlato diverse volte ma é sempre bene ribadire il concetto.
PS – Faccio riferimento alla tabella della percentuale di recupero per illustrare meglio, agli incauti risparmiatori, di quanto devono crescere questi fondi per recuperare le pesanti perdite accumulate.
Il primo fondo di investimento, specializzato negli investimenti sui mercati azionari dei paesi dell’Est Europa (Russia esclusa), ha perso negli ultimi due anni circa il -60%, facendo registrare una performance peggiore di quella dell’indice di riferimento.
Il secondo prodotto, specializzato negli investimenti sul mercato azionario della Russia, ha perso negli ultimi due anni circa il -70%, facendo registrare una performance peggiore di quella dell’indice di riferimento.
Il terzo fondo di investimento, specializzato negli investimenti sul mercato azionario di tutta l’Europa dell’Est, ha perso nell’ultimo anno e mezzo circa il -60%, facendo registrare una performance simile a quella dell’indice di riferimento.
Per queste “brillanti” performance, basate su “prospettive di lungo termine”, la società XXX incassa, oltre ad una salata commissione di sottoscrizione, una management fees del 2% dagli investitori istituzionali e del 2,5% dalla clientela retail. Complimenti a questi “efficienti” gestori.
Di "lungo termine contrapposto al breve termine" abbiamo già parlato diverse volte ma é sempre bene ribadire il concetto.
PS – Faccio riferimento alla tabella della percentuale di recupero per illustrare meglio, agli incauti risparmiatori, di quanto devono crescere questi fondi per recuperare le pesanti perdite accumulate.
venerdì 22 maggio 2009
Strategia High Risk: Profitto e DrawDown
Caratteristiche
Data inizio: 01-Mar-2002
Data fine: 15-Mag-2009
Numero titoli: 20
Massimo numero operazioni in cui viene ripartito il capitale: 10
Peso del titolo: min 20 – Max 150 (variabile a seconda delle condizioni di mercato)
Percentuale reinvestimento utili: 100%
Risultati
Profitto totale: +308,20%
MaxDrawDown: -73,43%
Profitto annuo: +42,69%
Nello stesso periodo l’indice S&P Mib della Borsa italiana ha avuto una performance del -35,44%.
Le altre due strategie:
- Low Risk;
- Medium Risk;
Data inizio: 01-Mar-2002
Data fine: 15-Mag-2009
Numero titoli: 20
Massimo numero operazioni in cui viene ripartito il capitale: 10
Peso del titolo: min 20 – Max 150 (variabile a seconda delle condizioni di mercato)
Percentuale reinvestimento utili: 100%
Risultati
Profitto totale: +308,20%
MaxDrawDown: -73,43%
Profitto annuo: +42,69%
Nello stesso periodo l’indice S&P Mib della Borsa italiana ha avuto una performance del -35,44%.
Le altre due strategie:
- Low Risk;
- Medium Risk;
giovedì 21 maggio 2009
Strategia Medium Risk: Profitto e DrawDown
Caratteristiche
Data inizio: 01-Mar-2002
Data fine: 15-Mag-2009
Numero titoli: 20
Massimo numero operazioni in cui viene ripartito il capitale: 15
Peso del titolo: min 20 – Max 150 (variabile a seconda delle condizioni di mercato)
Percentuale reinvestimento utili: 50%
Risultati
Profitto totale: +216,28%
MaxDrawDown: -24,81%
Profitto annuo: +29,96%
Nello stesso periodo l’indice S&P Mib della Borsa italiana ha avuto una performance del -35,44%.
Le altre due strategie:
- Low Risk;
- High Risk;
Data inizio: 01-Mar-2002
Data fine: 15-Mag-2009
Numero titoli: 20
Massimo numero operazioni in cui viene ripartito il capitale: 15
Peso del titolo: min 20 – Max 150 (variabile a seconda delle condizioni di mercato)
Percentuale reinvestimento utili: 50%
Risultati
Profitto totale: +216,28%
MaxDrawDown: -24,81%
Profitto annuo: +29,96%
Nello stesso periodo l’indice S&P Mib della Borsa italiana ha avuto una performance del -35,44%.
Le altre due strategie:
- Low Risk;
- High Risk;
mercoledì 20 maggio 2009
Strategia Low Risk: Profitto e DrawDown
Caratteristiche
Data inizio: 01-Mar-2002
Data fine: 15-Mag-2009
Numero titoli: 20
Massimo numero operazioni in cui viene ripartito il capitale: 20
Peso del titolo: min 20 – Max 150 (variabile a seconda delle condizioni di mercato)
Percentuale reinvestimento utili: 0%
Risultati
Profitto totale: +127,46%
MaxDrawDown: -9,40%
Profitto annuo: +17,66%
Nello stesso periodo l’indice S&P Mib della Borsa italiana ha avuto una performance del -35,44%.
Le altre due strategie:
- Medium Risk;
- High Risk;
Data inizio: 01-Mar-2002
Data fine: 15-Mag-2009
Numero titoli: 20
Massimo numero operazioni in cui viene ripartito il capitale: 20
Peso del titolo: min 20 – Max 150 (variabile a seconda delle condizioni di mercato)
Percentuale reinvestimento utili: 0%
Risultati
Profitto totale: +127,46%
MaxDrawDown: -9,40%
Profitto annuo: +17,66%
Nello stesso periodo l’indice S&P Mib della Borsa italiana ha avuto una performance del -35,44%.
Le altre due strategie:
- Medium Risk;
- High Risk;
martedì 19 maggio 2009
Borsa. Simulazioni di strategie
Dopo aver descritto quelli che sono gli elementi principali per la realizzazione un trading system profittevole, basato sulle quattro regole regine che costituiscono i cardini delle nostra filosofia, pubblichiamo ora i risultati delle simulazioni di tre diverse strategie.
Questi sono gli elementi che abbiamo utilizzato:
Il periodo di riferimento per la simulazione inizia il 1 marzo 2002 e termina il 15 maggio 2009.
Il portafoglio è composto di 20 titoli, tutti selezionati all’interno dell’S&P Mib o del Midex. Si tratta di azioni molto liquide e quotate in euro. I titoli sono i seguenti: Geox, Saipem, Beni Stabili, Autogrill, Bulgari, Buzzi Unicem, Davide Campari, Snam Rete Gas, Finmeccanica, Luxottica Group, Acea, Milano Ass, Intesa Sanpaolo, Credito Valtell, Banca Mps, Generali, Mediobanca, Italmobiliare, Tod'S, Fiat.
Il massimo numero di operazioni in cui viene ripartito il capitale investito varia da 10 al numero massimo di titoli che compongono il portafoglio: in questo caso 20.
Il “peso” del titolo che viene utilizzato in ogni operazione di trading è variabile a seconda della situazione di mercato e viene calcolato da un algoritmo che consente di “aumentare” il peso se l’ultima operazione su quel titolo è stata un guadagno o di “diminuire” il peso se l’ultima operazione su quel titolo è stata una perdita. Il “peso” minimo di un titolo comunque non è mai inferiore a 20 o superiore a 150.
La percentuale di reinvestimento degli utili impiegata nelle operazioni successive va da un minimo dello zero (non viene effettuato alcun reinvestimento degli utili accumulati) ad un massimo del 100% (tutti gli utili accumulati vengono reinvestiti nelle operazioni successive.
Queste sono le caratteristiche che contraddistinguono le tre strategie di portafoglio:
Strategia “Low Risk”
Data inizio: 01-Mar-2002
Data fine: 15-Mag-2009
Numero titoli: 20
Massimo numero operazioni in cui viene ripartito il capitale: 20
Peso del titolo: min 20 – Max 150 (variabile a seconda delle condizioni di mercato)
Percentuale reinvestimento utili: 0%
Strategia “Medium Risk”
Data inizio: 01-Mar-2002
Data fine: 15-Mag-2009
Numero titoli: 20
Massimo numero operazioni in cui viene ripartito il capitale: 15
Peso del titolo: min 20 – Max 150 (variabile a seconda delle condizioni di mercato)
Percentuale reinvestimento utili: 50%
Strategia “High Risk”
Data inizio: 01-Mar-2002
Data fine: 15-Mag-2009
Numero titoli: 20
Massimo numero operazioni in cui viene ripartito il capitale: 10
Peso del titolo: min 20 – Max 150 (variabile a seconda delle condizioni di mercato)
Percentuale reinvestimento utili: 100%
Nei prossimi 3 giorni verranno pubblicati i risultati delle tre strategie in termini di Profitto e DrawDown.
Questi sono gli elementi che abbiamo utilizzato:
Il periodo di riferimento per la simulazione inizia il 1 marzo 2002 e termina il 15 maggio 2009.
Il portafoglio è composto di 20 titoli, tutti selezionati all’interno dell’S&P Mib o del Midex. Si tratta di azioni molto liquide e quotate in euro. I titoli sono i seguenti: Geox, Saipem, Beni Stabili, Autogrill, Bulgari, Buzzi Unicem, Davide Campari, Snam Rete Gas, Finmeccanica, Luxottica Group, Acea, Milano Ass, Intesa Sanpaolo, Credito Valtell, Banca Mps, Generali, Mediobanca, Italmobiliare, Tod'S, Fiat.
Il massimo numero di operazioni in cui viene ripartito il capitale investito varia da 10 al numero massimo di titoli che compongono il portafoglio: in questo caso 20.
Il “peso” del titolo che viene utilizzato in ogni operazione di trading è variabile a seconda della situazione di mercato e viene calcolato da un algoritmo che consente di “aumentare” il peso se l’ultima operazione su quel titolo è stata un guadagno o di “diminuire” il peso se l’ultima operazione su quel titolo è stata una perdita. Il “peso” minimo di un titolo comunque non è mai inferiore a 20 o superiore a 150.
La percentuale di reinvestimento degli utili impiegata nelle operazioni successive va da un minimo dello zero (non viene effettuato alcun reinvestimento degli utili accumulati) ad un massimo del 100% (tutti gli utili accumulati vengono reinvestiti nelle operazioni successive.
Queste sono le caratteristiche che contraddistinguono le tre strategie di portafoglio:
Strategia “Low Risk”
Data inizio: 01-Mar-2002
Data fine: 15-Mag-2009
Numero titoli: 20
Massimo numero operazioni in cui viene ripartito il capitale: 20
Peso del titolo: min 20 – Max 150 (variabile a seconda delle condizioni di mercato)
Percentuale reinvestimento utili: 0%
Strategia “Medium Risk”
Data inizio: 01-Mar-2002
Data fine: 15-Mag-2009
Numero titoli: 20
Massimo numero operazioni in cui viene ripartito il capitale: 15
Peso del titolo: min 20 – Max 150 (variabile a seconda delle condizioni di mercato)
Percentuale reinvestimento utili: 50%
Strategia “High Risk”
Data inizio: 01-Mar-2002
Data fine: 15-Mag-2009
Numero titoli: 20
Massimo numero operazioni in cui viene ripartito il capitale: 10
Peso del titolo: min 20 – Max 150 (variabile a seconda delle condizioni di mercato)
Percentuale reinvestimento utili: 100%
Nei prossimi 3 giorni verranno pubblicati i risultati delle tre strategie in termini di Profitto e DrawDown.
lunedì 18 maggio 2009
Seguire la tendenza: AMPLIFON
AMPLIFON è un'azienda farmaceutica distributrice di apparecchi acustici. Fondata nel 1950 da Algernon Charles Holland è quotata dal 2001 alla Borsa di Milano all’interno del settore Midex, l’indice che raggruppa i titoli a media capitalizzazione.
In questi anni il titolo ha avuto forti oscillazioni arrivando anche a quotazioni di oltre 8 euro nel maggio 2006. Da qui è iniziata una tendenza al ribasso che ha portato il titolo a 0,640 euro, quotazione raggiunta il 5 dicembre del 2008. In meno di due anni AMPLIFON ha perso oltre il -92% della capitalizzazione in borsa. (Per recuperare una tale perdita il titolo deve guadagnare oltre il +900%!!!!!!)
Da allora ad oggi c’è stata una crescita costante ed il titolo ha chiuso lo scorso venerdì a 2,320 euro, con un aumento, in cinque mesi, del +262,50%. Il grafico rende meglio l’idea delle tendenze rilevate sul titolo AMPLIFON in questi ultimi due anni.
E’ buona regola in borsa seguire la tendenza primaria in corso e non operare mai in controtendenza.
In questi anni il titolo ha avuto forti oscillazioni arrivando anche a quotazioni di oltre 8 euro nel maggio 2006. Da qui è iniziata una tendenza al ribasso che ha portato il titolo a 0,640 euro, quotazione raggiunta il 5 dicembre del 2008. In meno di due anni AMPLIFON ha perso oltre il -92% della capitalizzazione in borsa. (Per recuperare una tale perdita il titolo deve guadagnare oltre il +900%!!!!!!)
Da allora ad oggi c’è stata una crescita costante ed il titolo ha chiuso lo scorso venerdì a 2,320 euro, con un aumento, in cinque mesi, del +262,50%. Il grafico rende meglio l’idea delle tendenze rilevate sul titolo AMPLIFON in questi ultimi due anni.
E’ buona regola in borsa seguire la tendenza primaria in corso e non operare mai in controtendenza.
venerdì 15 maggio 2009
Borsa. Lungo termine e breve termine
“Il lungo termine contrapposto al breve termine è un argomento usato dai perdenti” da un’intervista a Lawrence Adler – fondatore del Fire & All Risk Insurance, Financial Times, 11 Gennaio 1988.
Sull'investimento per il lungo termine, soprattutto in borsa, e sui mercati finanziari in generale, come non condividere questo pensiero ....
Sull'investimento per il lungo termine, soprattutto in borsa, e sui mercati finanziari in generale, come non condividere questo pensiero ....
giovedì 14 maggio 2009
Il trading system delle “turtles”
Nel 1983 due famosi traders, Richard Dennis e William Eckhardt, fecero una scommessa sul seguente argomento: il trading può essere insegnato, o è puro istinto? Eckhardt era dell’opinione che il trading non si potesse insegnare, Dennis era dell’opinione contraria.
Insieme decisero di creare un gruppo di lavoro sperimentale, le “turtles”, ovvero le tartarughe, reclutando alcune persone da una lista di oltre 1000 che risposero alle inserzioni su Barron’s, Wall Street Journal e New York Times. Eckhardt e Dennis insegnarono loro ciò che sapevano sul trading durante due settimane di training. Quindi diedero loro un piccolo conto in denaro vero e li osservarono operare per un mese. Nei quattro anni successivi le “tartarughe” segnarono performance impressionanti. Richard Dennis aveva quindi dimostrato che, definendo un semplice set di regole, (un trading system), fornito a persone che non avevano alcuna esperienza di mercati, poteva farne degli eccellenti traders (es. Mark J. Walsh).
Il set di regole date da Dennis ed Eckhardt alle “turtles” é di pubblico dominio. Per chi fa trading é interessante analizzarle perché sono descritti nel dettaglio tutti gli elementi per un trading system profittevole.
La risposta alla domanda se l’arte del trading può essere insegnata è un sì incondizionato.
Insieme decisero di creare un gruppo di lavoro sperimentale, le “turtles”, ovvero le tartarughe, reclutando alcune persone da una lista di oltre 1000 che risposero alle inserzioni su Barron’s, Wall Street Journal e New York Times. Eckhardt e Dennis insegnarono loro ciò che sapevano sul trading durante due settimane di training. Quindi diedero loro un piccolo conto in denaro vero e li osservarono operare per un mese. Nei quattro anni successivi le “tartarughe” segnarono performance impressionanti. Richard Dennis aveva quindi dimostrato che, definendo un semplice set di regole, (un trading system), fornito a persone che non avevano alcuna esperienza di mercati, poteva farne degli eccellenti traders (es. Mark J. Walsh).
Il set di regole date da Dennis ed Eckhardt alle “turtles” é di pubblico dominio. Per chi fa trading é interessante analizzarle perché sono descritti nel dettaglio tutti gli elementi per un trading system profittevole.
La risposta alla domanda se l’arte del trading può essere insegnata è un sì incondizionato.
mercoledì 13 maggio 2009
Quando uscire da una posizione in perdita
Quando bisogna uscire da una posizione quando questa inizia a perdere? Questa è l’altra domanda cruciale che tutti i trader dovrebbero porsi una volta che si entra su una posizione in un qualsivoglia mercato finanziario. La risposta ce la forniscono due trader di successo: Bruce Kovner che opera principalmente sulle valute e William O’Neill, un esperto di “stock selection” che opera da sempre sui mercati azionari USA.
Bruce Kovner: “tutte le volte che apro una posizione, predetermino un livello di stop-loss. Questo è l'unico sistema per poter dormire la notte. So quando chiuderò la posizione prima ancora di aprirla. Non fisso gli stop-loss sulla base di calcoli percentuali, perché potrebbero essere raggiunti nella normale fluttuazione del titolo. Preferisco studiare una “barriera tecnica” difficilmente raggiungibile, e fissare lo stop-loss in base a questi valori” (brano tratto dal libro Market Wizard”)
William O’Neill, un altro grande trader che impareremo a conoscere, invece fissa il suo livello di uscita su una posizione su uno stop-loss di tipo percentuale: “quando una posizione aperta perde il -7% dal prezzo di entrata la chiudo immediatamente” (brano tratto dal libro Market Wizard”).
Sono due modi diversi di fissare il livello di stop-loss. Per ribadire l’importanza di questo concetto faccio riferimento alla tabella della percentuale di recupero del capitale. Le perdite fino al -10% sono recuperabili; quelle tra il -10 e il -50% qualche volta si riesce a recuperarle. Oltre questo livello, diventano devastanti e quindi praticamente irrecuperabili. Un titolo che subisce una perdita del -80% deve avere un guadagno del +400% per ritornare al prezzo iniziale.
I grandi trader non fissano i livelli di stop-loss superiori al -10%. Le perdite esistono nel trading. L’importante è che siano limitate. L’unico modo di evitare le perdite è smettere di fare trading.
Bruce Kovner: “tutte le volte che apro una posizione, predetermino un livello di stop-loss. Questo è l'unico sistema per poter dormire la notte. So quando chiuderò la posizione prima ancora di aprirla. Non fisso gli stop-loss sulla base di calcoli percentuali, perché potrebbero essere raggiunti nella normale fluttuazione del titolo. Preferisco studiare una “barriera tecnica” difficilmente raggiungibile, e fissare lo stop-loss in base a questi valori” (brano tratto dal libro Market Wizard”)
William O’Neill, un altro grande trader che impareremo a conoscere, invece fissa il suo livello di uscita su una posizione su uno stop-loss di tipo percentuale: “quando una posizione aperta perde il -7% dal prezzo di entrata la chiudo immediatamente” (brano tratto dal libro Market Wizard”).
Sono due modi diversi di fissare il livello di stop-loss. Per ribadire l’importanza di questo concetto faccio riferimento alla tabella della percentuale di recupero del capitale. Le perdite fino al -10% sono recuperabili; quelle tra il -10 e il -50% qualche volta si riesce a recuperarle. Oltre questo livello, diventano devastanti e quindi praticamente irrecuperabili. Un titolo che subisce una perdita del -80% deve avere un guadagno del +400% per ritornare al prezzo iniziale.
I grandi trader non fissano i livelli di stop-loss superiori al -10%. Le perdite esistono nel trading. L’importante è che siano limitate. L’unico modo di evitare le perdite è smettere di fare trading.
martedì 12 maggio 2009
Quando uscire da una posizione in profitto
Nell’ultimo articolo abbiamo parlato di quando entrare su una posizione. Una delle domande che mi viene posta più spesso, dopo che un titolo inizia a guadagnare è: quando esco da questa posizione? La risposta è apparentemente semplice: quando la tendenza in corso è finita. I trader che operano secondo il concetto di “trend following” escono dalle posizioni solo quando la tendenza in corso è terminata. Mai prima.
Stabilire a priori un obiettivo di profitto non è consigliabile perché quando inizia una tendenza non si sa mai quando finisce. Un esempio recentissimo é rappresentato dal titolo AMPLIFON, quotato sul Midex della Borsa Italiana. Il 5 dicembre 2008 valeva 0,640 euro. Ieri ha chiuso a 2,100 euro. In 4 mesi un rialzo del +228%. Quando terminerà la tendenza al rialzo su AMPLIFON? In borsa è impossibile fare previsioni. Per stabilire quando uscire da una posizione che sta guadagnando utilizzate uno degli indicatori che avete pianificato per entrare (break-out o incrocio di medie mobili). Entrambe queste tecniche non vi faranno uscire sui massimi del titolo (né entrare sui minimi) ma vi faranno “catturare” gran parte della tendenza in corso che è poi uno degli aspetti fondamentali del “trend following”.
Elementi per un trading system profittevole: post precedenti
- Quali sono i mercati finanziari sui quali operare;
- Come ripartire il budget tra le varie scelte di investimento;
- Quanto investire sulla singola scelta di investimento (posizione);
- Quando entrare sulla singola posizione;
Stabilire a priori un obiettivo di profitto non è consigliabile perché quando inizia una tendenza non si sa mai quando finisce. Un esempio recentissimo é rappresentato dal titolo AMPLIFON, quotato sul Midex della Borsa Italiana. Il 5 dicembre 2008 valeva 0,640 euro. Ieri ha chiuso a 2,100 euro. In 4 mesi un rialzo del +228%. Quando terminerà la tendenza al rialzo su AMPLIFON? In borsa è impossibile fare previsioni. Per stabilire quando uscire da una posizione che sta guadagnando utilizzate uno degli indicatori che avete pianificato per entrare (break-out o incrocio di medie mobili). Entrambe queste tecniche non vi faranno uscire sui massimi del titolo (né entrare sui minimi) ma vi faranno “catturare” gran parte della tendenza in corso che è poi uno degli aspetti fondamentali del “trend following”.
Elementi per un trading system profittevole: post precedenti
- Quali sono i mercati finanziari sui quali operare;
- Come ripartire il budget tra le varie scelte di investimento;
- Quanto investire sulla singola scelta di investimento (posizione);
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lunedì 11 maggio 2009
Quando entrare sulla singola posizione
I trader che si basano sul concetto di “trend following” non anticipano mai il mercato ma lo seguono aprendo le loro posizioni solo dopo che è iniziato un determinato trend. Non prima. Quali sono i migliori indicatori per stabilire se la tendenza è iniziata? Ce ne sono due: le medie mobili e i break-out. Entrambi sono ottimi indicatori per stabilire quando entrare. Richard Donchian in particolare è stato uno dei più grandi studiosi del “trend following” e inventò un sistema di trading basato sull’incrocio delle medie mobili a 5 e 25 giorni. Nell’incrocio delle medie mobili il segnale di entrata si verifica quando la media mobile “corta” taglia al rialzo la media mobile “lunga”. I break-out sono invece basati sull’identificazione di determinati livelli di prezzo ed il segnale di entrata è dato dalla rottura dello stesso da parte del prezzo. Entrambe le tecniche sono utilizzate dai più grandi trader mondiali . Ed Seykota utilizza una tecnica basata sull’incrocio delle medie mobili. Bruce Kovner quella basata sui break-out. I grandi trader non seguono tutti la stessa metodologia né utilizzano lo stesso time-frame. La differenza tra un investitore professionale e un dilettante è dovuta al come la metodologia viene applicata. In altre parole nella disciplina nel seguire le regole che sono state stabilite in precedenza. Sembra semplice ma non lo é affatto.
Elementi per un trading system profittevole: post precedenti
- Quali sono i mercati finanziari sui quali operare;
- Come ripartire il budget tra le varie scelte di investimento;
- Quanto investire sulla singola scelta di investimento (posizione);
Elementi per un trading system profittevole: post precedenti
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- Come ripartire il budget tra le varie scelte di investimento;
- Quanto investire sulla singola scelta di investimento (posizione);
venerdì 8 maggio 2009
Sugli analisti finanziari (1)
"Gli analisti finanziari erano persone con impermeabili laceri e grandi debiti sul conto corrente"
Jim Slater, fondatore ed ex Presidente della Slater Walker Securities. Return and Go, 1977. Fra la metà degli anni Sessanta ed i primi anni Settanta, Jim Slater raggiunse grandi successi. Si dimise nel 1975 dopo che la sua società si trovò in difficoltà.
Jim Slater, fondatore ed ex Presidente della Slater Walker Securities. Return and Go, 1977. Fra la metà degli anni Sessanta ed i primi anni Settanta, Jim Slater raggiunse grandi successi. Si dimise nel 1975 dopo che la sua società si trovò in difficoltà.
giovedì 7 maggio 2009
Trading. Intelligenza e disciplina
Un grande trader è sicuramente una persona intelligente perché implementare un trading system efficiente e profittevole non è certo un lavoro semplice. I migliori trader, oltre ad essere intelligenti, sono persone dotate anche di una fortissima sicurezza in se stessi, persone motivate, indipendenti, disciplinate e umili, che riescono, attraverso corrette strategie di risk management, a prendersi i giusti rischi in ogni operazione di borsa. L’intelligenza quindi è una condizione necessaria ma non sufficiente per avere successo nel trading. Conosco diverse persone molto intelligenti, stimati professionisti nel loro campo, soprattutto medici e dentisti, che hanno perso vere e proprie fortune in borsa.
mercoledì 6 maggio 2009
Borsa: I consigli di investimento di Warren Buffett
“Le grandi opportunità d'investimento si manifestano quando aziende eccellenti si trovano in circostanze inusuali che provocano il deprezzamento delle loro azioni”. Da un'intervista a Warren Buffett attuale principale azionista della Berkshire Hathaway.
martedì 5 maggio 2009
Obama: "Wall Street avrà un ruolo meno dominante nell'economia americana"
In un’intervista al New York Times Magazine il Presidente USA Barack Obama ha sostenuto che Wall Street avrà in futuro un ruolo meno dominante nell’economia americana. L’obiettivo dell’Amministrazione USA sarebbe quello di ripristinare una maggiore regolamentazione delle regole del settore finanziario ed in particolare l’effetto leva che permette attualmente agli operatori grandi profitti ma anche enormi rischi che poi dal settore finanziario si ripercuotono sull’intera economia.
“Questo significa che più talenti, più risorse si indirizzeranno verso altri settori dell’economia. Penso che questo sia salutare. Noi non vogliamo che ogni singolo laureato che esca dal College con competenze in matematica diventi un trader sui derivati. Noi vogliamo che molti di loro si occupino di ingegneria o di computer design”
L’obiettivo del Presidente USA è assai nobile. Vedremo se il tempo gli darà ragione e soprattutto come reagiranno i mercati finanziari. Tempi duri per i trader a Wall Street.
“Questo significa che più talenti, più risorse si indirizzeranno verso altri settori dell’economia. Penso che questo sia salutare. Noi non vogliamo che ogni singolo laureato che esca dal College con competenze in matematica diventi un trader sui derivati. Noi vogliamo che molti di loro si occupino di ingegneria o di computer design”
L’obiettivo del Presidente USA è assai nobile. Vedremo se il tempo gli darà ragione e soprattutto come reagiranno i mercati finanziari. Tempi duri per i trader a Wall Street.
lunedì 4 maggio 2009
Quanto investire sulla singola scelta di investimento
La definizione della singola posizione di investimento viene comunemente denominata “position sizing” o “money management”. In un portafoglio di titoli azionari il position sizing dipende da diversi fattori:
- il numero totale dei titoli che fanno parte del portafoglio;
- il numero massimo di titoli su cui viene ripartito il capitale;
- la percentuale degli utili che si intende reinvestire nelle operazioni successive;
- il “peso” attribuito al singolo titolo.
Le combinazioni di questi quattro fattori sono infinite. Il portafoglio di una strategia “high risk & high profit” dovrebbe avere un numero di titoli limitato, un’alta percentuale di reinvestimento degli utili e “pesi” alti sui titoli più volatili e rischiosi. I risultati di questa strategia saranno profitti consistenti e elevati drawdown.
Al contrario in un strategia “low risk & low profit”, consigliabile ai neofiti del trading, il portafoglio dovrebbe avere un numero di titoli elevato, una bassa percentuale di reinvestimento degli utili e “pesi” limitati sui titoli più volatili e rischiosi. Questa strategia produrrà bassi profitti con drawdown accettabili.
Non esiste “la strategia ideale”. Definite il vostro portafoglio tenendo conto di questi quattro elementi ma soprattutto della vostra personalità e sulla capacità di sopportazione dei drawdown.
Elementi per un trading system profittevole: post precedenti
- Quali sono i mercati finanziari sui quali operare;
- Come ripartire il budget tra le varie scelte di investimento;
- il numero totale dei titoli che fanno parte del portafoglio;
- il numero massimo di titoli su cui viene ripartito il capitale;
- la percentuale degli utili che si intende reinvestire nelle operazioni successive;
- il “peso” attribuito al singolo titolo.
Le combinazioni di questi quattro fattori sono infinite. Il portafoglio di una strategia “high risk & high profit” dovrebbe avere un numero di titoli limitato, un’alta percentuale di reinvestimento degli utili e “pesi” alti sui titoli più volatili e rischiosi. I risultati di questa strategia saranno profitti consistenti e elevati drawdown.
Al contrario in un strategia “low risk & low profit”, consigliabile ai neofiti del trading, il portafoglio dovrebbe avere un numero di titoli elevato, una bassa percentuale di reinvestimento degli utili e “pesi” limitati sui titoli più volatili e rischiosi. Questa strategia produrrà bassi profitti con drawdown accettabili.
Non esiste “la strategia ideale”. Definite il vostro portafoglio tenendo conto di questi quattro elementi ma soprattutto della vostra personalità e sulla capacità di sopportazione dei drawdown.
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