giovedì 30 dicembre 2010

Buon Anno

Tanti auguri di Buon Anno a tutti i lettori di Tagliare Le Perdite

martedì 28 dicembre 2010

Trading. La dimensione dei profitti e delle perdite

Nella professione del trading è necessario avere buoni profitti dalle operazioni in guadagno, ma allo stesso tempo assicurarsi che le operazioni in perdita non generano perdite così pesanti da compromettere il rendimento globale dell’investimento. La realtà dice che, nel corso del tempo, si fanno i profitti su circa il 50% delle operazioni e si perde denaro per l 'altra metà. Quindi, se si vogliono realizzare risultati costanti nel tempo, la dimensione dei profitti delle operazioni in guadagno deve essere superiore alla dimensione delle perdite. Facile a dirsi ma molto difficile da realizzare nella realtà. Le perdite vanno tagliate. Sempre e comunque. Questa rimane la regola aurea su tutti i mercati.

venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natale

I migliori auguri di un Buon Natale a tutti i lettori di Tagliare Le Perdite

martedì 21 dicembre 2010

Trading. Le regole più importanti

D. Quali sono le due regole principali nel trading?
R. "La prima regola é quella di tagliare le perdite. La seconda é quella di non dimenticare mai la prima regola"

venerdì 17 dicembre 2010

Il trading per Jesse Livermore

"Il trading è il lavoro più affascinante del mondo. Ma non è un lavoro per gli stupidi, i mentalmente pigri, persone di inferiore equilibrio emotivo, avventurieri che pensano di diventare ricchi in poco tempo. Questi moriranno poveri".

Il brano é tratto da "Reminiscences of a Stock Operator", libro intervista di Edwin LeFèvre a Jesse Livermore. The Sun Dial Press, Inc. Garden City, New York, Copyright 1923 by George Doran Company.

giovedì 16 dicembre 2010

Trading. Differenze di approccio

Dalla email di un lettore:
Quale è secondo Voi la differenza tra un trader professionista ed un investitore dilettante?

Risposta
Il trader professionista, quello bravo, se acquista un titolo a 100,00, quando lo stesso scende e arriva a 95,00 vende e non se ne fa un problema. Chiude l’operazione con una perdita limitata e non ci pensa più.

Al contrario l’investitore dilettante, quando il titolo va a 95,00 è preoccupato ma comunque non vende. Quando l’azione raggiunge 90,00 è molto preoccupato ma ancora ottimista. A 80,00 dice: “Non ho venduto a 95 e non venderò certo adesso”. A 50,00, avendo perso la metà del capitale investito, dice: “Si va bene ma prima o poi questo titolo risalirà”. A 10,00 è disperato ma continua a dire: “Non vendo. Lascerò le azioni in eredità ai miei bambini”

Purtroppo sono storie vere e ne possiamo raccontare a centinaia

martedì 30 novembre 2010

L'investimento lungo termine per Burton Malkiel

Burton Malkiel fornisce la sua opinione in un articolo sul Wall Street Journal:

"A seguito della recente crisi finanziaria, molti investitori ritengono che i metodi tradizionali di gestione del portafoglio (Investimento per il lungo termine) non funzionano più. Essi pensano che l'acquisto ed il mantenimento del titolo nel portafoglio è obsoleto, e che il successo dipende da una tempistica abile nel comprare e nel vendere i titoli (trading)"

mercoledì 17 novembre 2010

Trend Following. John W. Henry

Domanda: Attualmente nell’economia mondiale c'è in corso una recessione che confina con una depressione. Come sta andando la John Henry & Co?
John W. Henry: Molto bene. Le nostre performance sono di oltre il 20 per cento per il solo 2010.

Domanda: E come avete fatto?
John W. Henry: Noi utilizziamo una metodologia basata su formule matematiche di fatto. E soprattutto seguiamo il trend. Siamo trend follower.

Domanda: Cosa vuol dire? Come funziona?
John W. Henry: Facciamo trading sui titoli azionari, ma non è questo il nostro business principale. Operiamo soprattutto su materie prime, valute e tassi di interesse. C'è stata una forte tendenza al ribasso del dollaro. C'è stata anche una forte tendenza sui tassi di interesse.

Domanda: Ma il dollaro è calato nel 2010. In che modo avete operato in questa situazione?
John W. Henry: Abbiamo seguito la tendenza al ribasso del dollaro USA e abbiamo operato sul mercato delle valute vendendo dollari.

giovedì 11 novembre 2010

Fastweb. Probabile delisting

L'offerta di acquisto residuale di azioni FASTWEB da parte di SWISSCOM al prezzo di 18 euro per azione chiude venerdi' 12 novembre 2010. SWISSCOM e' determinata ad operare il delisting del titolo FASTWEB dal listino di Borsa Italiana. Lo ha fatto capire il CEO di SWISSCOM, Carsten Schloter: "Siamo determinati a ritirare Fastweb dal listino e la fusione e' un'opzione che abbiamo a disposizione, ma nessuna decisione e' stata presa in merito. Siamo investitori di lungo periodo in Italia, che continuerà a essere il nostro principale mercato dopo la Svizzera. SWISSCOM continuerà ad operare sul mercato italiano come societa' italiana con il proprio marchio. FASTWEB e' ben posizionata in Italia grazie alla sua infrastruttura, al marchio e alla reputazione e per questo vogliamo sfruttare tutte le opportunità di crescita. Questo significa spingere sulla crescita organica, ma anche osservare bene il mercato per avere un ruolo nel processo di consolidamento. Il delisting di Fastweb ci offre maggiore flessibilità strategica per partecipare a questo processo".

Si conclude così l’avventura di Fastweb sul listino di Piazza Affari e per chi ancora crede nell’investimento in borsa per il lungo termine basta ricordare che FASTWEB, allora E.BISCOM, fu quotata e 160 euro nel lontano marzo dell’anno 2000.

mercoledì 3 novembre 2010

Trend Following. L’esempio di Chadwick Investment Group

Il Chadwick Investment Group, gestito da Justin Vandergrift, é un esempio di come un Fondo di Investimento, gestito con criteri di trend following, possa avere, in poco tempo, delle performance profittevoli anche in anni in cui le borse mondiali hanno fatto registrare forti perdite.

venerdì 22 ottobre 2010

Trader di successo

Chi sono alcuni dei grandi trader che hanno avuto successo negli ultimi anni?

Bruce Kovner: Kovner è da sempre un trader che segue la tendenza. La sua storia é evidenziata dall’intervista rilasciata a Jack Schwager's e contenuta in “Market Wizards”. Kovner gestisce un patrimonio di oltre 3,5 miliardi di USD.
John W. Henry. Anche lui è un trader trend follower. Gestisce un patrimonio di 840 milioni di USD.
Bill Dunn. Nel solo 2008 Bill Dunn, tramite le sue tecniche di trend following, ha guadagnato circa 80 milioni di USD, quando nel resto del mondo c’è stata una crisi finanziaria senza precedenti.
David Harding. Harding è un trader trend follower e gestisce un patrimonio del valore di oltre 670 milioni di USD.
Kenneth Tropin. Ha guadagnato 120 milioni di USD nel solo 2008 adottando le sue tecniche di trend following.

martedì 19 ottobre 2010

SS Lazio. Primato anche in borsa

Ad inizio anno il titolo della SS Lazio, quotato alla borsa italiana, valeva 0,300 euro. Ieri in chiusura valeva 0,900. La crescita da inizio anno è del +200%. La capitalizzazione della Lazio in borsa è triplicata passando dai circa 20 mln di euro di inizio anno ai 61 mln di euro di ieri. Una grande soddisfazione oltre che per i tifosi anche per gli azionisti. Una Lazio prima in classifica in campionato e con ottime performance anche a Piazza Affari.

giovedì 14 ottobre 2010

Wall Street. "Il denaro non dorme mai"

E’ stato presentato recentemente a Roma il nuovo film di Oliver Stone: “Wall Street: il denaro non dorme mai”. Il protagonista è sempre Gordon Gekko, interpretato da Michael Douglas, già protagonista del primo Wall Street, 23 anni fa, allora insieme a Charlie Sheen.

Dopo 18 anni di reclusione per i fatti accaduti nel primo film Gordon Gekko viene rimesso in libertà avendo terminato di scontare la sua pena detentiva. Appena libero tenta di mettere in guardia il mondo finanziario dell'imminente crack che colpirà a breve l’economia americana ma nessuno vuole ascoltarlo a causa dei suoi problemi passati. Gekko decide di tentare di riallacciare i rapporti con la figlia Winnie (Shia Labeouf) con cui non parla da anni perché la ragazza lo ritiene responsabile del suicidio del fratello Rudy. Per fare presa sulla figlia Gekko sceglie di aiutare Jacob il fidanzato di Winnie un giovane trader di Wall Street.

venerdì 8 ottobre 2010

Seguire la tendenza. Titolo TOD'S


Esistono le tendenze in borsa? Certo che esistono. Questo è l’andamento del titolo TOD’S, società del Gruppo Della Valle, negli ultimi 9 anni. Dai 51 euro del marzo 2002, ad aprile 2003, dopo solo un anno, il titolo perde circa il -54% del suo valore, raggiungendo i 23 euro. Poi inizia una fortissima tendenza al rialzo che porta TOD’S, nei quattro anni successivi, ad arrivare a 70 euro (Maggio 2007). Dai minimi di aprile 2003 la crescita è quindi del +200%. Poi una lunga discesa fino ai 26,170 euro del Gennaio 2009 (-67%) e da li una forte risalita fino alle quotazioni di oggi. Ieri TOD’S ha chiuso a 69,970 euro con una crescita di +167% in un anno e mezzo.

mercoledì 8 settembre 2010

Borsa italiana. OPA Swisscom su Fastweb


E’ notizia di oggi che la multinazionale svizzera della telefonia SWISSCOM ha comunicato un’offerta pubblica di acquisto residuale su FASTWEB che quindi dirà addio alla Borsa Italiana dopo una storia con poche luci e molte ombre. L’offerta di SWISSCOM è di 18 euro per azione e l'obiettivo è quello di revocare la quotazione dei titoli alla Borsa Italiana. Oggi FASTWEB si è immediatamente allineata al prezzo dell’OPA con un balzo consistente del (+34%) ma per chi in passato ha creduto in FASTWEB come investimento di lungo termine l‘avventura si è chiusa con forti perdite. E per SWISSCOM non é andata molto meglio.

lunedì 9 agosto 2010

Buon Ferragosto

Lo staff di TagliareLePerdite porge i migliori auguri di Buon Ferragosto a tutti i suoi lettori

mercoledì 28 luglio 2010

Borsa Italiana e Campionato di calcio

Si è tenuto stasera il sorteggio del campionato italiano di calcio – Serie A presso la sede della Borsa Italiana a Milano – Palazzo Mezzanotte.

Questi sono gli incontri previsti per la 1. giornata, domenica 29 agosto 2010:

Bari-Juventus;
Chievo-Catania;
Milan-Lecce;
Parma-Brescia;
Roma-Cesena;
Sampdoria-Lazio;
Udinese-Genoa;
Palermo-Cagliari;
Bologna-Inter;
Fiorentina-Napoli

venerdì 23 luglio 2010

L'errore più grave in borsa

"L'errore più grave per chi investe in borsa é non sapere cosa si sta facendo. Questa considerazione, che può sembrare banale, viene spesso pagata a carissimo prezzo per i propri risparmi e a volte anche per la tranquillità personale" (Anonimo trader)

martedì 20 luglio 2010

Investimenti in borsa. Fare media al ribasso

Alcuni investitori, quando iniziano a perdere, fanno media al ribasso acquistando, dopo la prima operazione, una seconda quantità di titoli azionari ad un prezzo più basso rispetto a quello con cui avevano acquistato la prima tranche di investimento. Pensano che comunque, facendo media dei prezzi, il prezzo di carico medio globale sia più basso e quindi è più facile recuperare la perdita.

Questo ragionamento però è valido solo se il titolo sale. Al contrario se invece il titolo scende si hanno due operazioni in netta perdita. La prima in pesante perdita e la seconda comunque in perdita.

L’obiettivo deve essere sempre quello di tagliare le perdite ma il parco buoi proprio non ci sente.

lunedì 12 luglio 2010

Investo in quello che mangio e leggo

Quando Warren Buffett acquistò, per la sua holding Berkshire Hataway, circa 1 miliardo di dollari di azioni della THE COCA COLA COMPANY disse: “Investo in quello che mangio”.

L’amministratore di una famosa società di investimenti quando acquistò un grosso pacchetto di titoli MONDADORI, pagandolo circa 8 euro, parafrasando Buffett, disse: “Investo in quello che leggo”.

La differenza è che l’investimento di Buffett è in forte utile. MONDADORI invece attualmente quota circa 2,5 euro. La perdita per la società di investimenti è di oltre il -65%.

mercoledì 7 luglio 2010

Ho acquistato TISCALI a 50 euro ...

D. "Ho acquistato TISCALI a 50 euro. Sto perdendo oltre il -90%. Cosa devo fare?"
R. "Non stai perdendo il -90% ma il -99,8%. Per ritornare al prezzo di acquisto TISCALI dovrà crescere di oltre 900%. Dimenticati questa operazione e la prossima volta ricordati di tagliare le perdite"

mercoledì 30 giugno 2010

Warren Buffett sulla diversificazione

"Si compra due di tutto, e alla fine il portafoglio diventa uno zoo". Warren Buffett

giovedì 24 giugno 2010

IPO SARAS. Chiusa l’inchiesta

Il Pubblico Ministero presso il Tribunale di Milano Luigi Orsi ha chiuso l'inchiesta sulle quotazione in Borsa (IPO) di SARAS, la società petrolifera della famiglia Moratti. Nell’inchiesta risultano indagati per falso in prospetto informativo e aggiotaggio nove banchieri di alcune banche di affari che operarono come advisor quali JP Morgan, Morgan Stanley e Caboto.

La Procura di Milano imputa agli esponenti delle tre banche di affari:

a) L'intenzione di ingannare i destinatari del prospetto informativo per l'ammissione della quotazione alla Borsa Italiana di SARAS.
b) L’indicazione di "false informazioni" e l’occultamento di "dati e notizie in modo idoneo a indurre in errore" i potenziali investitori.

Il motivo principale delle Banche di Affari è che esse avrebbero operato "allo scopo di conseguire e far conseguire un ingente profitto" sia a loro stessi che a Gian Marco e Massimo Moratti (l’IPO SARAS incassò nel 2006 5.710 milioni di euro)

SARAS fu collocata alla Borsa Italiana nel maggio 2006 a un prezzo fissato a 6 euro per azione. Il prezzo del titolo SARAS è arrivato al livello di 1,772 euro, chiusura del 23 giugno 2010.

La perdita per un piccolo azionista SARAS, inclusi i dividendi incassati, dal momento dell’IPO è di oltre il -60%.

In un'intervista del maggio 2009, Angelo Moratti, Vice Presidente SARAS sosteneva che l'IPO era stata fatta per "dare nuovi stimoli al management".

lunedì 21 giugno 2010

Il trend following per Bernard Baruch

"Be happy with a percentage of the move". E' una frase di Bernard Baruch, investitore e successivamente politico americano degli inizi del 1900 che riassume bene la filosofia del "trend following". E' impossibile acquistare sui minimi e vendere sui massimi, occorre accontentarsi di prenderi una parte dei guadagni della tendenza in corso.

venerdì 18 giugno 2010

Borsa. Position sizing e controllo del rischio

Sempre parlando di “losing streak”, abbiamo visto come molti trader diminuiscano la dimensione delle loro posizioni per diminuire il rischio reale del loro portafoglio. Una delle tecniche più utilizzate è quella di aumentare il numero delle posizioni aperte, diminuendone allo stesso tempo la dimensione. Un esempio pratico:

Supponiamo che si abbia un capitale iniziale di 100.000,00 euro e che un trader voglia rischiare al massimo, per ogni operazione il 10% del proprio capitale (rischio massimo potenziale). In questo modo si potranno aprire al massimo (100 /10 = 10) 10 posizioni ognuna di 10.000,00 euro. Il rischio massimo potenziale è quello di perdere 10.000,00 per ognuna delle potenziali 10 posizioni. Ovviamente il rischio massimo potenziale è la massima perdita potenziale relativa a quella singola posizione. La perdita reale corrisponde allo stop loss e deve essere molto inferiore a questa percentuale ma la storia insegna, specialmente per chi opera con i futures, che a volte, la perdita reale corrisponde al rischio massimo potenziale.

Se un’operazione si chiude in perdita si diminuisce il rischio massimo potenziale passando dal 10% al 9% del proprio capitale. Il numero delle operazioni aperte passerà da 10 a 11 (100 / 9 = 11,11) e l’ammontare della dimensione sarà determinato dalla formula ((capitale iniziale – perdita reale) / numero posizioni aperte). Ipotizziamo di aver posizionato uno stop loss del -7%. Sulla posizione aperta la perdita reale sarebbe di 700,00 euro (10.000,00 * -7% = -700,00). Il nuovo capitale iniziale sarebbe quindi di 100.000,00 – 700,00 = 99.300,00 e la dimensione dell’operazione successiva sarebbe la seguente: 99.300,00 / 11 = 9.027,00 euro. Il rischio massimo potenziale passa da 10.000,00 a 9.027,00 euro per ognuna delle potenziali 11 posizioni. Se anche questa operazione termina in perdita si passa dal 9% all'8% e così via.

Questo è un modo semplice ed efficace per preservare il capitale e soprattutto controllare il rischio reale di portafoglio.

mercoledì 16 giugno 2010

Borsa. L'aspetto psicologico durante le serie negative

In borsa quando si è nel bel mezzo di una serie di operazioni che si chiudono con una perdita (“losing streak”), la capacità di analizzare i dati del mercato azionario è fortemente influenzata dal fattore “perdita di fiducia”, che è l’effetto principale della serie negativa. Occorre essere molto lucidi e soprattutto lavorare duramente per ristabilire la fiducia nel proprio sistema di trading, e la diminuzione della dimensione delle posizioni aperte aiuta a raggiungere questo obiettivo.

martedì 15 giugno 2010

Borsa. Investimenti di lungo termine: FONDIARIA-SAI

Un gestore di fondi di investimento, in diverse occasioni, ha dichiarato in particolare la sua predilezione per gli investimenti di lungo termine sulle società assicurative ed in particolare per FONDIARIA-SAI. Questo professionista ha questo titolo in portafoglio da circa 8 anni acquistato a circa 19,00 euro.

A marzo del 2002 FONDIARIA-SAI quotava 19,45 euro. Il 12 marzo 2003 (Punto A) raggiunge 8,900 euro. In un solo anno un tracollo di oltre il -54%. Poi una salita inarrestabile fino a 40,000 euro (2 maggio 2007) con un guadagno impressionante del +350% (Punto B).

Da qui una discesa inarrestabile (Punto C) fino al livello di 8,150 euro (13 marzo 2009). Dai massimi del maggio 2007 una perdita del -80%. Poi una piccola ripresa e di nuovo un crollo a 7,645 euro (Punto D). Ieri FONDIARIA-SAI ha chiuso a 8,425 euro.

La perdita per il gestore di fondi è del -56%. Dopo questi numeri impietosi c’è spesso lo scatto d’orgoglio. “Si però ho incassato i dividendi”.

Dal 2002 al 2010 FONDIARIA-SAI ha distribuito dividendi per 5,960 euro. La perdita si riduce dal -57% al -26%.

Nonostante questi numeri il gestore di fondi è convinto di aver fatto "un ottimo investimento di lungo termine".

lunedì 14 giugno 2010

Borsa. L'esperienza nel trading

Quanto conta l’esperienza nel trading? Tantissimo. I trader più esperti sono quelli che resistono meglio ai sussulti dei mercati finanziari. Quelli giovani spesso vengono spazzati via dal mercato per eccesso di dimensionamento delle posizioni aperte. Seguire l'esperienza può farti sbagliare di tanto in tanto, ma quando si sbaglia e quindi si subisce una perdita, non ci si fa male. Gli errori più gravi sono commessi dai trader giovani. Non seguire l’esperienza sui mercati finanziari è veramente un errore imperdonabile.

giovedì 10 giugno 2010

Come reagisci a delle perdite in serie?

Come reagisci a delle perdite in serie?
Riduco la posizione. Se va davvero male, mi fermo e esco.

Tratto da un'intervista a Richard Dennis contenuta in "Market Wizard"

mercoledì 9 giugno 2010

Borsa. Come gestire una serie negativa?

I professionisti della borsa sanno che le “losing streak” fanno parte del lavoro. Sono esistite ed esisteranno sempre. Ma come gestire una serie di operazioni di borsa che si chiudono in perdita? Si possono fare quattro ipotesi:

a) Aumentare la dimensione delle posizioni
b) Lasciare invariata la dimensione delle posizioni
c) Diminuire la dimensione delle posizioni
d) Smettere di operare e lasciare che i mercati si riassestino

Se un investitore che viene da una serie negativa decide di aumentare la dimensione delle posizioni azionarie per rifarsi delle perdite pregresse e la serie negativa prosegue è molto facile che finisca con perdite disastrose in borsa. Questo succede molto più spesso di quanto si voglia pensare. E’ la stessa logica delle persone che giocano al Lotto e alzano continuamente la posta.

Al contrario se un investitore che viene da una serie negativa decide di diminuire la dimensione delle posizioni azionarie e la serie negativa prosegue avrà ancora delle perdite ma saranno perdite accettabili che gli consentiranno comunque di preservare il capitale.

I trader professionisti di successo utilizzano questa ultima opzione (ipotesi c) oppure smettono del tutto di operare (ipotesi d) finché sui mercati non si verificano le condizioni per operare di nuovo. La maggior parte delle persone che conosco opta invece per l’ipotesi a) o quella b). Il risultato è spesso il disastro finanziario.

martedì 8 giugno 2010

Non c'é nulla di nuovo in borsa

"Un'altra lezione che ho imparato è che non c'è nulla di nuovo in borsa. Non ci può essere perchè la speculazione è vecchia come le colline. Ciò che accade sul mercato oggi è accaduto prima ed accadrà ancora"

Il brano é tratto da "Reminiscences of a Stock Operator", libro intervista di Edwin LeFèvre a Jesse Livermore. The Sun Dial Press, Inc. Garden City, New York, Copyright 1923 by George Doran Company.

lunedì 7 giugno 2010

Il bilancio della “nuova” Alitalia

Il primo anno della “nuova” ALITALIA é peggiore delle previsioni del suo AD Rocco Sabelli e fa riscontrare una perdita netta di 326 milioni di euro su un fatturato di 2.921 mln. La compagnia parla di perdite concentrate nel primo semestre e di "sostanziale pareggio" nel secondo. L’utile operativo è di 274 milioni di euro ma si prevede un pareggio operativo nell’esercizio 2011. Lo scenario di mercato é definito "critico" e di "grande difficoltà" per il 2010. L’indebitamento finanziario netto è molto elevato e pari a 799 milioni di euro al 31 dicembre 2009.

Per fortuna che la “nuova” ALITALIA non è quotata alla borsa italiana perché gli azionisti ed obbligazionisti della "vecchia" ALITALIA hanno già dato ...

giovedì 27 maggio 2010

FINMECCANICA. Grafico e tendenze


Questo é il grafico delle quotazioni del titolo FINMECCANICA negli ultimi 8 anni. Lo scorso 25 maggio 2010 l titolo ha chiuso a 8,440 euro, che rappresenta il minimo dell'ultimo anno e non é molto lontano da quota 7,800 (9 ottobre 2002) euro che rappresenta il minimo storico di questo periodo. I dati di bilancio di FINMECCANICA mostrano una realtà diversa. Anche nel 2009 FINMECCANICA ha fatto registrare un fatturato di oltre 20 mld di euro con un aumento del +20% rispetto all'esercizio precedente. Gli utili sono aumentati del +15% ed il patrimonio netto ha una consistenza di 6,5 mld di euro con un incremento del +6,5% rispetto al 2008. Sono numeri di tutto rispetto se si pensa che molte società quotate hanno fatto registrare cali di fatturato, bilanci in rosso e patrimonio netto in diminuzione.

lunedì 24 maggio 2010

Correlazione tra mercati finanziari e terremoti

Si leggono spesso pareri ed interviste di analisti finanziari, economisti o giornalisti, che prevedono una crisi dei mercati azionari o magari la crescita travolgente di un singolo titolo. Queste considerazioni sono a volte interessate venendo alimentate da quegli operatori finanziari facenti parte di gruppi di pressione che ne traggono profitto per le loro attività di trading. Diverse volte a fronte di un titolo che scendeva, su alcuni organi di informazione si leggevano articoli che tessevano le lodi di quella società per poi scoprire magari che il proprietario di quella testata aveva interesse a far si che quel titolo non scendesse troppo perché la società era vicina al tracollo finanziario e lui aveva interesse a vendere la sua quota al prezzo più alto possibile. E’ solo un esempio ma serve a far capire molto. Il prezzo di un titolo azionario contiene tutte le informazioni. Le previsioni sull’andamento dei mercati finanziari o anche solo di un singolo titolo assomigliano molto a quella dell’andamento di un terremoto: sono assolutamente impossibili.

mercoledì 19 maggio 2010

Trading. Gestire le serie negative

Molti trader di successo gestiscono le serie negative riducendo via via la loro attività e quindi la dimensione delle operazioni di borsa. In altre parole riducono l'ammontare delle singole tranche di investimento. Stanno coperti e aspettano che finisca la tempesta. Fare trading durante una serie negativa é assolutamente devastante. Ma l'errore più grande che si possa fare é quello di cercare di recuperare il terreno perduto aumentando la dimensione delle posizioni sui mercati azionari. Si può dimostrare un errore letale con buone possibilità di finire "wiped out", cioé spazzati via dal mercato.

martedì 18 maggio 2010

Trend following. Trading e timeframe

Ipotizzando una metodologia trend following, quale è il time-frame ideale in un dato mercato azionario? Orario, giornaliero, settimanale o annuale? E’ una domanda che viene posta spesso.
In generale più è alta la frequenza delle operazioni di trading e più saranno alti i costi di transazione. Il trading basato sulle tendenze identificate con dati orari o giornalieri è molto stressante dal punto di vista psicologico anche se ci sono degli esempi di trader intraday di successo come Bruce Kovner, Toby Crabel e Jim Simons. In ogni caso la maggioranza dei trader mondiali di successo segue le indicazioni di Jesse Livermore: "Il grande profitto non si trova nelle fluttuazioni giornaliere, ma nei movimenti principali del mercato azionario, cioè nelle tendenze primarie"

giovedì 13 maggio 2010

Quale é il motivo dell'ultimo crollo in borsa?

Una delle domande più ricorrenti per chi si occupa di borsa ed investimenti è: “Quale è il motivo dell’ultimo crollo in borsa?”. La risposta di un trader che ne ha viste di cotte e di crude é: "Quattro parole: più venditori che compratori. Quando sono i venditori a sopraffare gli acquirenti in un mercato, succede che i prezzi vanno giù. E viceversa. Il mercato è così da sempre e sempre così sarà".

martedì 11 maggio 2010

Italian Trading Forum - XI edizione

Il 13 e 14 maggio 2010 si terrà, presso il Palacongressi di Rimini, la XI edizione di ITForum, un appuntamento dedicato al trading ed al risparmio gestito. La partecipazione ad ITForum é assolutamente gratuita. Sono previsti numerosi seminari, convegni e momenti di didattica che aiutano meglio i risparmiatori a capire cosa sta succedendo sui mercati finanziari, con un contributo fattivo anche alla gestione del risparmio individuale.

mercoledì 21 aprile 2010

Trend Following. Fattori veritieri ma non determinanti

"Molti piccoli investitori soffrono del fatto che il mercato non sia su un piano di parità per tutti gli investitori. L'investitore istituzionale ha risorse e informazioni che gli investitori medio - piccoli possono solo sognare:

- Investimenti consistenti in ricerca e sviluppo;
- Trader e analisti che lavorano a tempo pieno con anni di esperienza e di relazioni alle spalle;
- Incontri personali e di gruppo con i dirigenti delle varie di imprese quotate e non quotate;
- Reti di contatti che li aiutano a fiutare qualsiasi accenno di cambiamento fondamentale;
- Società di brokeraggio che chiamano per aggiornarli di ogni tipo di informazioni;
- Modelli tecnici e quantitativi che permettono di analizzare in poco tempo scenari simulati;
- Esecuzione immediata delle negoziazione sul mercato azionario ed obbligazionario”

Fonte: Business Insider

Tutti questi fattori sono veritieri ma non sono assolutamente determinanti per chi applica una filosofia basata sul “trend following”. Molto spesso trader indipendenti, che basano la propria metodologia di investimento sullo sfruttamento delle tendenze, battono i gestori delle grandi case di investimento.

giovedì 15 aprile 2010

Correlazione tra intelligenza e successo nel trading

Victor Sperandeo, un trader di grande successo, racconta in una intervista pubblicata in “The New Market Wizard” che ha addestrato 38 allievi per insegnargli l’arte del trading. Uno di questi era stato bocciato alla scuola superiore ma era stato in Vietnam e, dopo un’esplosione di una granata, era stato colpito da una scheggia. Dopo quella esperienza aveva paura di qualsiasi cosa. Quando iniziò a fare trading era molto spaventato dalle perdite e quindi le tagliava molto velocemente. Questo si rivelò però il suo maggior fattore di successo nel trading. Un altro allievo invece era un vero genio a scuola ed aveva un QI pari a 188. Durante i colloqui di assunzione rispose in maniera perfetta a tutte le domande ma questa persona non fece profitti per i successivi 5 anni. Sperandeo scoprì che si poteva insegnare l’arte della conoscenza, ma il fattore di successo nel trading, non era l'intelligenza, ma la disciplina. Dei 38 allievi di Sperandeo solo 5 diventarono trader di successo nella gestione dei portafogli che furono loro assegnati. Tutti allievi con un livello medio intelligenza ma disciplinati nell’esecuzione degli ordini e di rigido controllo delle proprie emozioni.

mercoledì 14 aprile 2010

L'investimento in borsa. L'effetto leva per Larry Hite

"Gli sforzi per prevedere le dimensioni esatte di una tendenza del mercato azionario sono assolutamente inutili. E’ pertanto di grande importanza che noi poniamo molta attenzione al controllo del rischio del nostro investimento. Diversi anni fa ci siamo chiesti: “Qual è il valore della conoscenza perfetta? E come gestiremmo i nostri portafogli se sapessimo i prezzi di chiusura dei titoli alla fine dell'anno sui diversi mercati finanziari? Nel tentativo di rispondere alla nostra domanda, siamo andati al nostro database e dopo aver verificato i prezzi il 31 dicembre di un dato anno e poi ci siamo chiesti, 'Con queste conoscenze, quanta leva finanziaria avremmo utilizzato per ottenere il massimo vantaggio all'inizio di quello stesso anno il 1 gennaio?' Abbiamo scoperto che, pur conoscendo il prezzo finale delle azioni non siamo riusciti a sostenere una leva di oltre 3-1 perché non potevamo prevedere il percorso dell’andamento di prezzi stessi" (Larry Hite)

giovedì 8 aprile 2010

La peggiore società americana per reputazione

La Federal Home Loan Mortgage Corporation, nota comunemente come Freddie Mac, è un’azienda USA specializzata nell'emissione di mutui e nella loro rivendita nel mercato secondario. Secondo Harris Interactive è la società americana, tra le prime 60, con la peggiore reputazione. Questa é la classifica delle peggiori 10 corporation:

51) Delta Airlines;
52) Bank of America;
53) JP Morgan Chase;
54) General Motors;
55) Chrysler;
56) Goldman Sachs;
57) Citigroup;
58) Fannie Mae;
59) AIG;
60) Freddie Mac.

martedì 6 aprile 2010

La reputazione di Warren Buffett

Secondo la società di consulenza Harris Interactive, la Berkshire Hathway la holding di investimenti, il cui maggiore azionista è Warren Buffett, è la società americana, tra le prime 60, con la migliore reputazione. Questa é la classifica delle top 10:

1) Berkshire Hathaway;
2) Johnson & Johnson;
3) Google;
4) 3M Company;
5) SC Johnson;
6) Intel Corporation;
7)Microsoft;
8) The Coca-Cola Company;
9) Amazon;
10) General Mills.

La lista completa é disponibile sul sito di Harris Interactive.

martedì 23 marzo 2010

Banchieri

“Un banchiere è uno che vi presta l'ombrello quando c'è il sole e lo rivuole indietro appena incomincia a piovere”. (Mark Twain)

lunedì 22 marzo 2010

Conti di deposito. Rendimenti a confronto


La tabella sopraindicata mette a confronto alcune offerte relative a vari conti di deposito.

Per un investimento di sei mesi, l’offerta migliore è quella di ContoConto con un tasso del 2,50% lordo. Terminato il periodo promozionale però il rendimento passa all1,20% %. Il prodotto Che Banca, con un tasso inferiore (2%) è però l’unico ad offrire gli interessi anticipati e quindi, su una durata di 6 mesi, calcolando il reinvestimento degli interessi, il tasso promozionale si avvicina all’offerta di ContoConto.

Sulle offerte a 12 mesi il tasso varia dal 3% lordo (RendiMax, TimeDeposit e WeBank) al 2,50% di Che Banca e Conto Arancio. Superato questo periodo di promozione, i tassi variano dall’1,50% all’1%.

Rispetto all’analisi effettuata un anno fa, si riscontra un netto decremento del rendimento di questi strumenti di risparmio a parità di durata.

giovedì 18 marzo 2010

Consigli investimento: "Bear Stearns é ottima!"


L’11 marzo 2008, un ascoltatore della CNBC, un network americano che si occupa di borsa e finanza, scrive una email alla rubrica MAD MONEY: “Dovrei essere preoccupato sulla liquidità di BEAR STEARNS e uscire quindi dalla mia posizione?”. Il conduttore, Jim Cramer, risponde con assoluta convinzioneBEAR STEARNS è ottima”. E poi “Non va venduta”. Il giorno in cui va in onda la trasmissione BEAR STEARNS (una banca di investimento e brokeraggio finanziario) quotava 62,67 USD. Sei giorni dopo BEAR STEARNS crollava letteralmente alla borsa americana. La società venne venduta successivamente a JP MORGAN CHASE, nel maggio del 2008, per meno di 10 USD per azione dopo una prima offerta iniziale di 2 USD. Meno di un anno prima la società quotava 133 USD per azione.

martedì 16 marzo 2010

Trading. Il controllo del rischio secondo Randy Mc Kay

“Il consiglio più importante per un trader che inizia la propria attività è quello di non farsi sfuggire mai la situazione di mano. Devi avere la capacità di chiudere in perdita per 20 o 30 volte consecutive ed avere ancora denaro sul tuo conto corrente. Quanto io faccio trading inizialmente rischio il 5 % del totale dell’ammontare del mio portafoglio. Se chiudo quell’operazione in perdita, non è importante quanto forte io mi senta, sulla mia prossima operazione rischierò al massimo il 4% del totale del mio portafoglio. Se chiuderò in perdita di nuovo, nelle operazioni successive, rischierò il 3 e poi il 2% del mio portafoglio. Occorre quindi ridurre la dimensione delle operazioni di trading durante una “striscia” di operazioni negative”.

Il brano é tratto dall'intervista di Jack.D.Schwager a Randy McKay nel libro "The New Market Wizard".

venerdì 12 marzo 2010

Borsa: Previsioni giapponesi errate

"Se avessi saputo che i prezzi delle azioni potevano cadere così drasticamente, le avrei vendute prima!"

Trader giapponese, sulla caduta improvvisa nel merato azionario di Tokyo nei primi mesi del 1990. The Times, 24 Marzo 1990.

lunedì 8 marzo 2010

Richard Dennis. Consigli ai giovani trader

Molte persone che vogliono iniziare a fare trader scrivono: “Ma cosa mi consigliate visto che sto iniziando a fare trading sui mercati finanziari?”. Rispondiamo con le parole di Richard Dennis, il cui pensiero è riassunto nell’intervista rilasciata a Jack D. Schwager e pubblicata in “Market Wizard”: “E’ consigliabile iniziare con un capitale limitato perché quello iniziale sarà il momento in cui si avranno le performance peggiori della propria vita. Imparare dai propri errori. Non lasciarsi ingannare dalle fluttuazioni del tuo portafoglio. Prima di eseguire le operazioni studiare attentamente cosa si sta facendo”

martedì 2 marzo 2010

I dividendi di SARAS


A leggere questi numeri sembrerebbe che quello in SARAS sia un ottimo investimento. Il rapporto dividendo / prezzo di SARAS é veramente buono. Questa però é una considerazione da ingenui perché il rendimento di un titolo azionario non comprende solo il dividendo ma anche il capital gain o, nel caso di SARAS, il capital loss. Sul tema dividendi e rendimenti dell'investimento in azioni é stato molto chiaro William O'Neill ed il suo testo "How to make money in stocks" lo dovrebbero leggere soprattutto quelli che pensano che il rapporto dividendo/prezzo sia un ottimo indicatore nella scelta di un titolo azionario.

lunedì 1 marzo 2010

SARAS. Piccoli azionisti, grandi delusioni

Lo scorso venerdì il titolo SARAS ha chiuso a 1,686 euro. E’ il livello minimo dai momenti dell’IPO di Maggio 2006. Da allora il titolo ha perso il -63,7%. Il calcolo comprende anche lo stacco dei tre dividendi distribuiti nel frattempo da SARAS. Per recuperare quelli livelli il titolo SARAS dovrà crescere del 175,5%. Di fronte a questi numeri alcuni manager sostengono che la borsa è un “investimento per il lungo termine”. Ognuno faccia le considerazioni che crede. Spesso però i piccoli investitori sono trattati come polli da spennare. Alcune volte dopo essere stati spennati vanno anche a finire nel forno. Sugli azionisti di minoranza che investivano per il lungo termine il nonno di Gianni Agnelli si esprimeva in maniera chiara e allo stesso tempo brutale. A guardare i risultati di molte IPO si può dire che non aveva tutti i torti.

venerdì 26 febbraio 2010

Warren Buffett sul concetto di "value investor"

“Il value investor cerca azioni il cui prezzo è ingiustificatamente basso rispetto al valore intrinseco di tali azioni”. Warren Buffett

giovedì 25 febbraio 2010

Trading. Richard Donchian il padre del trend following

Richard Donchian può essere considerato, senza ombra di dubbio, uno dei padri dei trading system basati sul concetto di “trend following”. Fu lui l’inventore di un sistema basato sull’incrocio di due medie mobili (5 e 20 giorni). L’ipotesi base è che i prezzi si muovono secondo ben determinate tendenze sia al rialzo che al ribasso. Ha scritto molti articoli al riguardo e le sue Donchian's 20 guides to trading commodities possono essere considerate come quelle che costituiscono la base per i più moderni trading system che sono basati sul concetto di seguire la tendenza in corso.

mercoledì 24 febbraio 2010

FASTWEB. Guadagni e perdite in borsa

Nel marzo 2000, quando si parlava di new economy, Francesco Micheli e Silvio Scaglia decisero di quotare alla borsa italiana la società E.BISCOM, poi diventata FASTWEB, al prezzo di 160 euro per azione. All’IPO aderirono 114.000 investitori. Il progetto industriale era sfidante e allo stesso tempo innovativo: creare una rete in fibra ottica per distribuire servizi TV, internet e tlc in ogni casa d’Italia. L’idea industriale riesce: FASTWEB, pur non facendo registrare brillanti risultati di bilancio, diventa la seconda compagnia di telecomunicazioni su rete fissa in Italia. Nel 2003 Francesco Micheli, allora importante azionista di E.BISCOM, comunicò la decisione di lasciare definitivamente la società di tlc. Nel 2007 Silvio Scaglia vendette la sua quota in FASTWEB (il 18,75%) agli svizzeri di SWISSCOM valutando il titolo 47,00 euro per azione. Per Francesco Micheli prima e Silvio Scaglia poi, è stata un’operazione finanziaria altamente redditizia. Entrambi sono usciti dalla società con fortissime plusvalenze. E per gli altri azionisti come è andata a finire?

Ai prezzi della chiusura di ieri (15,05 euro) per quelli che hanno investito nel marzo 2000 nell’IPO di E.BISCOM, pagando i titoli 160 euro, la perdita è del -90,6%. Per SWISSCOM, la società di TLC elvetica, che ha acquistato i titoli a 47,00 euro, la perdita è del -68%.

Nel frattempo FASTWEB ha staccato un po’ di dividendi. Una ben magra consolazione per chi ha accumulato pesanti perdite il cui recupero è molto difficile.

martedì 23 febbraio 2010

Conoscere la borsa e gli strumenti finanziari

Sul sito di BorsaItaliana é possibile scaricare un documento che rappresenta una breve guida al ruolo di Borsa Italiana e illustra le caratteristiche dei principali strumenti finanziari. Il documento é diviso nei seguenti capitoli:

IL MERCATO E I SUOI ATTORI. Qui vengono descritti il ruolo di Borsa Italiana, della Banca d'Italia, il funzionamentoi del mercato, le aste di borsa e le metodologie di calcolo degli Indici azionari;
LE SOCIETA' QUOTATE ED IL MERCATO. Comunicati price sensitive, operazioni sul capitale e Offerte pubbliche di Acquisto;
GLI STRUMENTI. BOT, BTP, Obbligazioni, Opzioni, Futures, ETF e Fondi Comuni di Investimento.

mercoledì 17 febbraio 2010

Borsa. Fate le cose semplici

"In borsa le cose migliori da fare sono le cose semplici, ma farle è sempre molto difficile". Anonimo trader

lunedì 15 febbraio 2010

ALITALIA. Nuova società, vecchie perdite

“Le perdite di esercizio per il 2009 saranno inferiori a 300 milioni di euro considerando che nel primo trimestre erano 210 milioni, nel secondo 60 e che nella seconda metà e' stato registrato un pareggio". Sono parole di Rocco Sabelli, amministratore delegato della nuova ALITALIA. Il Presidente Roberto Colaninno ha affermato che "per il momento non é previsto alcun aumento di capitale, cosa che sarà confermata se questi programmi si realizzeranno così come speriamo". Più che numeri della nuova ALITALIA sembrano quelli della vecchia. Gli ultimi due trimestri sono stati in pareggio e forse il 2010 sarà migliore del 2009. E’ la speranza soprattutto per i capitani coraggiosi che, dalle parole di Colaninno, non sembra abbiano voglia di conferire nuovo capitale nella società.

venerdì 12 febbraio 2010

Preoccupazione per i crolli di borsa

"Eravamo preoccupati che il crollo della borsa intaccasse in modo permanente la fiducia nella City. Ma abbiamo scoperto che non vi era nulla che avidità e avarizia non potessero superare"

Brian Winterflood, fondatore della Winterflood Securities, aun anno del crollo del mercato azionario del 1987. Daily Telegraph, 18 ottobre 1988.

giovedì 11 febbraio 2010

La volatilità dell’indice FTSE ALL SHARE


Il grafico sopraindicato è quello relativo ai dati mensili di volatilità dell’indice FTSE ALL-SHARE della Borsa Italiana degli ultimi 9 anni. La media della volatilità riscontrata nel periodo è di 1,24.

Sono identificabili tre periodi in cui i valori sono nettamente sopra la media.

Il punto A (3,29), registrato nel mese di Luglio 2002, si trova in corrispondenza di una perdita del FTSE ALL-SHARE nei 6 mesi precedenti di circa il -30%.

Il punto B (3,60) é relativo al mese di Ottobre 2008 e viene registrato in corrispondenza del crollo dell’indice FTSE ALL-SHARE dell’estate 2008 di circa il -50%.

Il valore più alto di 3,82 (Punto C) é relativo al mese di Ottobre 2009 e viene registrato in corrispondenza della forte crescita dell’indice FTSE ALL-SHARE di Settembre – Ottobre 2009.

In altri termini, i forti movimenti dell’indice FTSE-ALL SHARE sono accompagnati da un forte aumento della volatilità.

mercoledì 10 febbraio 2010

Trading ed emozioni

Nel trading perdite consistenti sui propri investimenti tendono a far crescere stati d’animo assolutamente negativi e, in alcuni casi, si è vicini anche a stati di depressione. Ma la sensazione di euforia che si vive spesso dopo grandi guadagni assomiglia spesso ad una buccia di banana. Alcuni tra i più famosi trader mondiali raccontano in “Market Wizard” che le perdite più consistenti le hanno vissute dopo aver chiuso diverse operazioni con enormi profitti. Il controllo delle emozioni nel trading è assolutamente fondamentale.

martedì 2 febbraio 2010

Medici e trading

Per motivi di lavoro mi capita a volte di parlare con veri e propri luminari della medicina e si finisce spesso a volte a parlare di borsa, investimenti e trading. I medici di successo hanno un reddito molto elevato e a volte si dilettano ad operare sui mercati finanziari acquistando azioni e obbligazioni. E’ curioso, anzi assolutamente stupefacente, come queste persone così studiose, metodiche, disciplinate e assolutamente attente ai particolari nella loro professione, quando passano a parlare di investimenti, iniziano ad acquistare e vendere titoli sulla base di istinto o di sensazioni, fidandosi magari di quello che qualcuno ha detto loro, cosa che non farebbero mai nella loro attività. E’ incredibile ma è così. Il risultato, quasi sempre, è l’accumulo di forti perdite derivante da operazioni di borsa.

giovedì 28 gennaio 2010

UNICREDIT: Seguire la tendenza


Sul titolo UNICREDIT ed il suo rendimento globale nel lungo termine è stato di recente pubblicato, insieme ai dati di bilancio, un articolo che illustrava il confronto tra il rendimento dell’azione e quello dell’indice FTSE-All Share. Il grafico invece mostra le tendenze primarie sul titolo UNICREDIT a partire dal marzo del 2002. Possiamo evidenziare diverse fasi:

La prima tendenza inizia a marzo del 2002 e porta il titolo da 5,250 a 3,100 euro. Siamo a Marzo 2003. Un movimento al ribasso di quasi il -40% in un anno. Da qui inizia una tendenza al rialzo ma, per riportare il titolo ai livelli del marzo 2002 occorrono ben due anni. Il rialzo continua e porta UNICREDIT, il 26 aprile 2007 a 7,268 euro. Sembra una crescita infinita invece il tracollo. Il titolo dai massimi di 7,268 perde il -90% della sua capitalizzazione e raggiunge 0,724 centesimi il 6 marzo 2009. Ieri UNICREDIT ha chiuso a 2,065 e, da quei minimi è cresciuta del +185%.

Le tendenze sui titoli esistono. Seguire le tendenze in corso sui titoli significa spesso fare buoni utili.

lunedì 25 gennaio 2010

Banchieri

"I bravi banchieri, come il buon the, possono essere apprezzati solo quando sono in acqua bollente"

Jafar Hussein, governatore della Malaysian Central Bank. Financial Times, 30 dicembre 1989.

martedì 19 gennaio 2010

I dati di bilancio di UNICREDIT


Questi sono i dati di bilancio di UNICREDIT, il maggior istituto di credito italiano. Il fatturato margine di intermediazione) é più o meno costante negli ultimi 3 anni e introno ai 30 mld di euro. Nonostante gli sconvolgimenti finanziari UNICREDIT continua a produrre utili che, nonostante il calo degli ultimi anni, sono attestati a circa 4,5 mld di euro. La performance di borsa, evidenziata nell'ultima colonna, mostra il netto calo degli ultimi due anni. Dopo un ribasso del -14% nel 2007, nel 2008 un calo di quasi il -70%. Nel 2009 invece l'azione UNICREDIT ha fatto registrare una crescita del +34,2%

giovedì 14 gennaio 2010

Confronto UNICREDIT indice FTSE Italia All-Share

UNICREDIT è il più grande istituto bancario italiano ed attualmente è in corso un aumento di capitale. Ho pensato di fare un confronto tra l’azione UNICREDIT e l’indice FTSE Italia All-Share della borsa italiana negli ultimi anni.

Supponiamo che un investitore avesse acquistato azioni UNICREDIT a marzo 2002 e da allora le avesse tenute in portafoglio. Quale è il rendimento globale di questo investimento?

A marzo 2002 UNICREDIT quotava 4,510 euro. Da allora il titolo ha staccato i seguenti dividendi:

20/05/2002 0,1410 euro
19/05/2003 0,1580 euro
24/05/2004 0,1710 euro
23/05/2005 0,2050 euro
22/05/2006 0,2200 euro
21/05/2007 0,2400 euro
19/05/2008 0,2600 euro
18/05/2009 0,0250 euro

Totale dividendi: 1,420 euro

Il prezzo di chiusura del 13 Gennaio 2010 è stato di 2,275 euro

Il rendimento globale dell’investimento in titoli UNICREDIT (nell’ipotesi che i dividendi siano stati incassati e non reinvestiti) degli ultimi 7,9 anni è il seguente:

Prezzo attuale comprensivo dei dividendi 2,275+1,420 = 3,695
Prezzo di acquisto: 4,510
Profitto/Perdita = 3,695 – 4,510 = -0,8150
Rendimento globale: (-0,8150 / 4,510) * 100 = -18,07%

Conclusione: Pur avendo incassato buoni dividendi, un investitore di lungo periodo, oggi, dopo quasi otto anni, sarebbe ancora in perdita.

L’indice FTSE Italia All-Share della borsa italiana, nello stesso periodo, ha fatto registrare una perdita del -20,46%. Dalla tabella della percentuale di recupero si evince che, per recuperare una perdita del -20%, occorre che l’indice salga del 25%.

mercoledì 13 gennaio 2010

PIAGGIO: Dati di bilancio e KPI


Questi soni alcuni KPI e dati di bilancio relativi al titolo PIAGGIO negli ultimi 4 anni. Il fatturato, dopo due anni di lieve crescita, ha registrato una brusca frenata nel 2008. Nel 2009, secondo le ultime indicazioni, sarà sui livelli dell’anno 2008 ed in linea con il piano industriale. La società presieduta da Roberto Colaninno, nonostante la crisi, ha comunque sempre prodotto utili nel corso di questi anni. Non è un risultato da sottovalutare per l’azienda di Pontedera. Utili che comunque hanno fatto registrare una forte flessione negli ultimi due anni. Il valore dell’EPS (Earning per Share) ovviamente risente di questa situazione. In molti titoli si riscontra una forte correlazione tra variazioni percentuali dell’EPS e performance borsistica. PIAGGIO è uno di questi.

martedì 12 gennaio 2010

I dividendi del titolo PIAGGIO

Questi sono i dividendi del titolo PIAGGIO degli ultimi tre anni. Dopo la quotazione in borsa del Luglio 2006 il titolo ha subito, dall’aprile del 2007 al marzo del 2009, un pesante crollo in borsa ma ha comunque distribuito dividendi. Il primo di 0,300 euro e gli altri due di 0,600 euro. Sul tema dividendi ci sono diverse interpretazioni ma il maggiore errore che un investitore possa commettere è quello di acquistare un titolo solo perché ha un rapporto dividendo/prezzo magari superiore a quello dei titoli di stato. La performance totale di un titolo azionario, va calcolata come capital gain o capital loss + la performance del dividendo. Sembra una considerazione banale ma molti investitori non la tengono assolutamente in considerazione perché spesso ho sentito dire che “l’azione ha avuto un rapporto dividendo/prezzo del 4%. E’ stato un’ottimo investimento”. Peccato che in borsa avesse perso il -70% del suo valore …

lunedì 11 gennaio 2010

Seguire la tendenza: PIAGGIO


L’importanza di seguire la tendenza. Quante volte è stato scritto in questo blog. Il titolo PIAGGIO rappresenta l’ennesimo esempio di questo concetto fondamentale nell’impostazione del proprio portafoglio di investimento. Dopo essere passato dai 3,900 euro raggiunti a maggio 2007 il titolo PIAGGIO inizia una forte tendenza al ribasso e l’azione è passata a quotare 0,900 euro a marzo del 2009: una perdita di quasi il -77%. Da questi livelli il titolo poi si è ripreso e giovedì 6 gennaio ha chiuso a 2,038 euro, facendo registrare i valori massimi dell’ultimo anno. Il guadagno per il titolo PIAGGIO dai valori minimi è del +126%. E’ assolutamente impossibile acquistare un titolo ai minimi e rivendere sui valori massimi ma le tendenze esistono e vanno seguite. Chi lo fa ha buone possibilità di guadagnare.

giovedì 7 gennaio 2010

L'efficienza dei mercati azionari secondo Warren Buffett

"Investire in un mercato azionario in cui le persone credono che sia efficiente è come giocare a bridge con qualcuno a cui hanno spiegato che è inutile guardare le carte"

E' una citazione di Warren Buffett, uno che se intende di "efficienza" dei mercati azionari. Secondo Buffett i migliori investimenti si manifestano quando aziende eccellenti si trovano in circostanze inusuali che provocano il deprezzamento delle loro azioni.

martedì 5 gennaio 2010

Borsa. Le previsioni degli analisti sulla borsa americana per il 2010

Per il 2010 Barclays Capital vede l’indice americano S&P500 perdere circa il 10% nel primo semestre mentre alla fine dell’anno l’indice sarà sui valori di 1.120 punti.

Morgan Stanley vede uno scenario opposto con l'indice S&P500 che raggiungerà quota 1.200 a fine 2010. Il picco delle quotazioni avverrà nella prima parte dell’anno, mentre la seconda parte sarà caratterizzata da una maggiore incertezza.

Gli analisti di UBS prevedono che l'indice S&P500 possa raggiungere il livello di 1.250 punti entro la fine del 2010, con un progresso di oltre il 10% rispetto ai livelli attuali.

JP Morgan e Goldman Sachs sono tra le società più ottimiste e vedono una crescita dell'S&P500 fino a quota 1.300 punti (+17% rispetto alle quotazioni di fine 2009).

La società di investimenti Prudential è la più euforica. Per la fine del 2010 vede un incremento dell'S&P500 nell'ordine del 20%.

Vediamo alla fine dell’anno chi sarà andato più vicino alla realtà. Il lavoro più vicino a quello dell’analista è sicuramente quello dell’astrologo.

lunedì 4 gennaio 2010

Il papa sulle previsioni economiche

"I problemi non mancano, nella Chiesa e nel mondo, come pure nella vita quotidiana delle famiglie. Ma, grazie a Dio, la nostra speranza non fa conto su improbabili pronostici e nemmeno sulle previsioni economiche, pur importanti".

Poveri economisti. Questa volta il Santo Padre ha aperto il 2010 con una bordata nei loro confronti. Benedetto XVI ha detto, dal suo punto di vista, una verità sacrosanta. Fare previsioni credibili sull’andamento dell’economia o dei mercati finanziari è assolutamente impossibile. Invece ci sono analisti ed economisti che ogni anno si ostinano a farli e la gente, incredibilmente, li segue. Un po’ come succede per gli oroscopi. Queste persone, investitori assolutamente ingenui, rappresentano un immenso “parco buoi” che ha voglia di guadagnare ma non ha voglia di studiare e di imparare. I mercati finanziari per loro non avranno pietà.